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Livatino e Saetta, uomini normali eroi della legalità

Eventi Assegnato oggi il XXI Premio internazionale dedicato alla memoria dei magistrati Rosario Livatino e Antonino Saetta, una cerimonia commovente durante la quale sono state ricordate anche altre vittime di mafia: Gaetano Costa, Giovanni Falcone e la Strage di Capaci

È un inno alla vita, ai valori di giustizia, verità e fede. È un riconoscimento all’impegno sociale, improntato alla difesa della legalità, del rispetto delle regole, della divulgazione di un’informazione libera e corretta. La XXI edizione il Premio Internazionale Livatino Saetta, dedicato alla memoria dei due magistrati di Canicattì, vittime di mafia, sceglie lo stabilimento tipografico Etis, e non perde l’occasione per ricordare anche Gaetano Costa, assassinato a Palermo nel 1980, mentre sfogliava dei libri su una bancarella, a due passi da casa sua, freddato da tre colpi di pistola sparati da due killer in moto. A celebrarne il ricordo il figlio, Michele Costa, che ha parlato di mafia, ma anche di antimafia, “una parola da abolire” ha detto, strumentalizzata dal potere e diventata una moda.

XXI Premio Livatino Saetta, un momento della cerimonia

XXI Premio Livatino Saetta, un momento della cerimonia

Un Comitato, quello che organizza ormai da anni il Premio, nato spontaneamente dall’iniziativa del suo presidente, Attilio Cavallaro, dopo aver conosciuto il padre e la madre di Rosario Livatino e aver raccolto il loro invito a ricordare il figlio e il suo sacrificio. Dopo la benedizione di Don Pino Sapienza e le commoventi immagini della strage di Capaci che scorrevano su un maxi schermo insieme con le parole, strozzate dalle lacrime, della vedova dell’agente Schifani al funerale di Giovanni Falcone e della sua scorta, ha avuto inizio la premiazione, presentata da Ugo Tomaselli, vice presidente del Comitato antimafia Livatino Saetta, alla presenza di numerose autorità civili, religiose e militari.
Un’edizione che si è fregiata quest’anno anche di un Premio speciale in memoria della Nobildonna Antonietta Labisi, fondatrice dell’Istituto Medico psicopedagogico Lucia Mangano di Sant’Agata Li Battiati, e antesignana della lotta alla mafia. Una donna attenta ai bisogni della gente, da sempre pronta a donarsi a favore dei meno fortunati, soprattutto nel quartiere di San Cristoforo dove per diversi anni ha operato, portando assistenza ai piccoli e agli anziani, rappresentando un modello da seguire per numerosi bambini e soggetti svantaggiati che, a vario livello, hanno potuto contare sul suo sostegno incondizionato, generoso, spontaneo, pieno d’affetto e di socialità. Una figura carismatica quella della prof.ssa Labisi, per la quale il Comitato Antimafia Livatino Saetta ha consegnato all’arcivescovo di Catania la richiesta per avviare un processo di beatificazione. A continuare la sua missione il figlio, Corrado Labisi, presidente dell’Istituto Lucia Mangano, struttura d’eccellenza accreditata presso il Parlamento Europeo, che in questi mesi ha accompagnato il Comitato nel suo tour di legalità nelle scuole di Catania e provincia per sensibilizzare i più giovani alla cultura del rispetto della legge.

Rosario Livatino

Rosario Livatino

A ritirare la prestigiosa pergamena, nomi illustri del panorama nazionale che si sono distinti per impegno, ideali e senso di giustizia.
Nicola D’angelo, Questore di Roma; Enzo Bianco, sindaco di Catania; Michele Costa, figlio del procuratore capo di Palermo ucciso dalla mafia; Enrico Zucca, procuratore generale di Genova; Luigi Gay, procuratore capo di Potenza; Lorenzo Matassa, Gip di Palermo; Angelo Jannone, Colonello dei Ros Carabinieri; Gianbattista Grassi Bertazzi, magistrato del Tribunale di Messina; l’Ammiraglio Gaetano Paolo Russotto; Salvatore Labisi; Francesco Santocono; Simona Pulvirenti, collaboratrice del quotidiano La Sicilia; Fabio Amendolara, giornalista de La Gazzetta del Mezzogiorno; Francesco Di Mare, del quotidiano La Sicilia; Pietro Dommarco; Enrico Trantino; Giuseppe Ioele, Lillo Miceli, del quotidiano La Sicilia; Concetto Mannisi, cronista di nera de La Sicilia e segretario dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia; Giuseppe Cimarosa; Antonino Di Costa; Salvo Musumeci; Tommaso Berretta, questore della Polizia di Stato; Francesco Millonzi; Gerardo Acquaviva; Francesco Raneri; Renato Giardina; Ivan Spina; Ignazio Carbonaro; Giuseppe Agosta, Pietro Belfiore, Comandante dei Vigili Urbani di Catania;. Salvatore Alessandro; Salvatore Scillato; Maurizio Di Stefano; Chiara Maria Fontana; Gaetano D’Urso; Alfio Pennisi, preside del Liceo classico Spedalieri, Maria Cutrali; Maria Crisafulli; Walter Aloisi; Anna Di Falco preside del Liceo Turrisi Colonna; Salvatore La Rosa; Raimondo Marino; Lella Battiato; Suor Lucia, simbolo del riscatto di Librino; Mariangela Testa, docente del Liceo scientifico Galilei; Gabriella Chisari, dirigente scolastico del Liceo scientifico Galilei con i suoi studenti.

Antonino Saetta

Antonino Saetta

A consegnare i riconoscimenti il Comitato d’Onore composto da Luigi Gay, Procuratore Capo di Potenza, Corrado Labisi, presidente dell’Impp, Lucia Mangano, Vittorio Fontana, presidente emerito della Corte di Cassazione Catania, Attilio Cavallaro presidente del Premio Livatino Saetta Costa, Carmelo Cavallaro Commissario di Polizia di Stato, Antonio Costa, comandante della Guardia di Finanza di Riposto, Salvo Campo, presidente dell’associazione Asia, Maria Iaquinta, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Cesare Battisti, Giusi Lo Bianco, dirigente scolastico del Liceo scientifico Boggiolera e il giornalista Angelo Vecchio Ruggeri.

I momenti di spettacolo sono stati affidati ad Alice Pardo, giovane talento approdato lo scorso anno nel programma di Rai Due The Voice.

«Il Premio ricorda eroi del nostro tempo – ha detto Attilio Cavallaro, presidente del Comitato – caritatevoli, onesti, indipendenti, che hanno onorato la propria appartenenza alle forza dell’ordine e alla magistratura che, benché deceduti, ancora oggi lanciano un messaggio di spiritualità forte e coevo, portatori del messaggio del vangelo, portatori di vita e verità».

Poi il presidente Cavallaro ha anticipato che avanzerà allo Stato la proposta di non concedere più finanziamenti pubblici alle associazioni antimafia, «Così che – ha detto – non si possa più parlare di un’antimafia di professione».

«Il Premio Livatino – ha concluso Labisi – è un prestigioso riconoscimento, perché nasce in memoria di un grande uomo, il dott. Rosario Livatino, che nell’adempimento del suo dovere è stato barbaramente ucciso dalla mafia: un modello di riferimento per tutti coloro che credono in un futuro sempre più proiettato verso una cultura della legalità; un esempio verso coloro che desiderano e agognano un cambiamento definitivo e risolutivo, che veda il trionfo dell’onestà, dei valori della legge, della civiltà, della libertà. Un premio insomma, che non ha solo un valore commemorativo, ma che finge da sprone e monito per una società migliore».

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