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Gli scavi di Akrai restituiscono una Domus Romana

Sicilia antica Martedì 13 ottobre la presentazione dei risultati degli scavi archeologici condotti dall’Università di Varsavia in co-direzione scientifica con il “Parco archeologico e paesaggistico di Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro ed Akrai” diretto da Carlo Staffile

Martedì 13 ottobre alle 10.30 nel sito archeologico di Akrai, a Palazzolo Acreide, l’Assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà e il sindaco Salvatore Gallo, prenderanno parte alla presentazione dei risultati degli scavi archeologici condotti dall’Università di Varsavia in co-direzione scientifica con il “Parco archeologico e paesaggistico di Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro ed Akrai” diretto da Carlo Staffile.
Grazie ai nuovi scavi effettuati a sud del Decumano (la strada principale che attraversa da est ad ovest l’abitato, mettendo in collegamento le due porte della città), è stato possibile portare in luce una domus romana, che si imposta su una più antica abitazione di età ellenistica del III secolo a.C. e mostra una continuità di vita fino ad età bizantina.
«Gli scavi, frutto dell’accordo stipulato tra il Parco Archeologico e l’Università di Varsavia, ci hanno consentito di ampliare le conoscenze sulla città di Akrai. Le relazioni con diverse Università del mondo e le campagne di scavo attive in tutta la Sicilia costituiscono – dice l’assessore Alberto Samonà – un valore aggiunto molto prezioso per la valorizzazione del nostro patrimonio archeologico. Le collaborazioni in questo ambito, infatti, da un lato ci consentono di portare avanti l’indagine sui diversi siti archeologici della Sicilia senza oneri per la Regione, dall’altro mantengono alta l’attenzione internazionale sul nostro prezioso patrimonio storico-archeologico e creano relazione tra le diverse istituzioni con una ricaduta anche sulle opportunità di crescita culturale dei nostri giovani»


A presentare i risultati della campagna di scavi, che per quest’anno si è appena conclusa, sarà la prof.ssa Roksana Chowaniec dell’Università di Varsavia. La collaborazione tra la Sicilia e la Polonia sul sito archeologico di Akrai è iniziata nel 2009 quando, dopo una serie di indagini non distruttive basate sull’uso delle più moderne tecnologie non invasive e di remote sensing, oggi applicabili all’indagine archeologica, si è deciso di mettere in luce proprio l’abitato di Akrai, che sino ad allora era sconosciuto.
Prima di questi scavi, mirati alla scoperta dell’impianto urbano della città di Akrai che era una sub colonia di Siracusa, si conosceva solo la parte “monumentale” costituita da: teatro, bouleuterion, latomie, tempio di Afrodite, ecc.
«Palazzolo Acreide – dice il Sindaco Salvatore Gallo – conta molto sulla continuità delle collaborazioni scientifiche attivate dal Parco Archeologico con le Università che ci aiutano ad approfondire la conoscenza del sito e della città di Akrai e ne veicolano il nome in tutto il mondo aumentandone la conoscenza e l’attrattività».
Alle attività di scavo, oltre agli studiosi e studenti dell’Università di Varsavia, hanno partecipato nel corso degli anni gli studenti dell’Università di Catania che svolgono il loro tirocinio formativo presso il Parco archeologico di Siracusa e gli studenti di altre Università italiane con cui il Parco ha stretto accordi di collaborazione scientifica.
La campagna di scavi, avviata il primo agosto e conclusa nella prima settimana di settembre, si è definita in questi giorni con gli aspetti relativi alla schedatura dei reperti, alla documentazione fotografica e al momento gli studenti stanno procedendo alle attività conclusive di documentazione dei materiali.
I risultati degli scavi degli anni precedenti sono stati pubblicati nel volume monografico “Unvueling the past of an ancient town. Akrai/Acrae” e presentati in numerosi convegni internazionali.

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