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Festival galleggiante, ad Augusta al centro del dibattito il mare dei migranti

Eventi Il 10 e l'11 luglio la cittadina del Siracusano ospita il primo "Festival galleggiante", evento creato dall'associazione di promozione sociale “936 pezzi” per riflettere - attravaerso performance, installazioni, mostre fotografiche e film - sulle tematiche migratorie e offrire nuove chiavi di lettura del nostro mondo, e di quello mediterraneo

Ad Augusta è nata l’associazione di promozione sociale “936 pezzi”, il cui scopo è quello di voler contribuire alla costruzione di una società informata, emancipata e attiva, e di volerlo fare attraverso l’arte e la cultura, la transizione eco-sociale e il riconoscimento, la promozione e la garanzia delle libertà individuali e dei diritti umani. Legati alle finalità dell’associazione sono alcuni eventi che coinvolgono artisti, registi, antropologi, ricercatori italiani e stranieri che hanno in comune il desiderio di riflettere sulle tematiche migratorie e offrono prospettive differenti al fine di fornire nuove chiavi di lettura del nostro mondo, e di quello mediterraneo.

Primo di questi eventi è il Festival galleggiante, si terrà sabato 10 e domenica 11 luglio. «Abbiamo deciso una programmazione in movimento, quel movimento perpetuo che è tema del festival come delle onde del mare – dichiarano gli organizzatori -. Per questo la scelta del Forte Vittoria, edificato da Federico di Svevia nella seconda metà del 1300 attorno alla preesistente torre normanna, e situato all’interno del porto di Augusta, dove verrà allestita una mostra fotografica e alcune installazioni; e da dove, dopo il ristoro di un piccolo aperitivo, ci si imbarcherà per tornare sulla terra ferma, al secondo luogo del festival, il Santuario della Madonna dell’Adonai: oratorio paleocristiano fondato nella prima metà del III secolo e ampliato nei secoli a venire con la costruzione di una chiesetta e di un convento, e da sempre rifugio di perseguitati, religiosi o laici che fossero. Nei suoi spazi si terrà la proiezione di alcuni film legati alla tematica delle migrazioni, e la degustazione di cibi mediterranei».

La locandina del festival

L’evento sarà in parte dedicato al ritorno ad Augusta del relitto “Barca Nostra”, peschereccio salpato dalla Libia e affondato a circa duecento chilometri da Lampedusa il 18 aprile del 2015, in cui morirono più di novecento persone tra uomini, donne e bambini. Recuperato un anno dopo dai fondali grazie all’intervento della Marina Militare Italiana, i corpi ancora imprigionati nelle stive, come imprigionati sono rimasti i sogni sepolti in mare. Dopo essere stata in mostra alla Biennale di Venezia 2019, come progetto dell’artista svizzero Christoph Buchel, Barca Nostra è rientrata ad Augusta. Al relitto, intorno al quale si vorrebbe creare un Giardino della Memoria, e alle tematiche legate ai percorsi migratori nel Mediterraneo, che di fatto coinvolgono la Sicilia e il territorio, saranno dedicate le attività del festival.

Sabato 10 luglio, ore 17.30/20.00 – Forte Vittoria

Lo gëm mu nekk, installazione video di Bocar Niang, speaker, scrittore, performer, videografo senegalese, dopo un master in arti e culture presso l’Università Cheik Anta Diop di Dakar e poi presso la Scuola Nazionale d’Arte di Paris-Cergy, ha presentato il suo lavoro performativo al Centre Pompidou di Parigi, alla Fondazione Ricard, al Palais de Tokyo e all’Ateliers Médicis di Clichy-Montfermeil.

Corpi Migranti, mostra fotografica di Max Hirzel, fotoreporter che collabora con testate come Der Spiegel, The Guardian, Al Jazeera, BBC online, Il Venerdì di Repubblica, Internazionale, ha pubblicato il suo lavoro in diversi Paesi, presentata al festival Visa pour l’Image e assegnato al Visa Award Ani / Pixtrakk 2018.

Il relitto della Barca nostra recuperato dalla Marina italiana al largo di Lampedusa in uno scatto di Max Hirzel per la mostra “Corpi migranti”

Graffiti, mostra di Jameel Subay, fotografo yemenita residente a Marsiglia, particolarmente interessato al reportage relativo a tematiche sociopolitiche contemporanee (migrazioni, disuguaglianze sociali e minoranze, conflitti regionali, proteste politiche e rivoluzioni); ha partecipato a diverse mostre collettive e residence d’artisti in Francia, Spagna, Egitto e Yemen.

Naufrage – L’avenir, installazione di Mounir Gouri, giovane artista algerino interessato allo status di artista ma anche alle difficoltà che i ragazzi della sua età incontrano sui social, a livello culturale e politico. Utilizza allo stesso tempo la performance, il video, la fotografia e la scultura, e ha al suo attivo diverse mostre collettive e personali. Nel 2019 ha ottenuto il premio speciale degli amici dell’Istituto del mondo arabo. Nello stesso anno ha esposto in Germania al Westfalischer Kunstverein di Munster, alla Residenza performativa Maison des Arts de Malakoff, alla Mezzanine Gallery di Londra, ha partecipato alla Biennale di Jafre, e nell’ottobre del 2019 ha fatto parte degli artisti algerini presenti alla mostra Waiting for Omar Gatlato alla galleria Columbia di New York.

“Naufrage” di Mounir Gouri

Les jeunes sapeurs, de la Tabaski di Vincenzo Cardile, architetto di origine siciliana, convertitosi alla fotografia, sua passione giovanile, abbraccia rapidamente il mondo della foto documentaria che lo conduce in Africa, dove realizza reportage in Mali e in Mauritania. I suoi lavori sono stati esposti in Mali, Francia, Belgio e Lussemburgo; a Bruxelles, in occasione dell’Anno Europeo per lo Sviluppo del 2015, è stata presentata una retrospettiva dei suoi ritratti fotografici realizzati in Mali.

Like fishes, installazione multimediale di Alia Belgir, nata a Marrakech in Marocco e diplomata dalla scuola Scuola Nazionale d’Arte di Paris-Cergy nel 2018, a Marrakech ha aperto la Residenza Khiel Nkhel, attraverso la quale promuove l’attività di giovani artisti.

Sabato 10 luglio ore 20.30 – Santuario della Madonna dell’Adonai

Cinema all’aperto nel parco con la presentazione e proiezione dei film:
Atlantique, 16’ di Mati Diop, attrice, regista e sceneggiatrice di origini senegalesi, esordisce nel mondo del cinema nel 2008, recitando nel film 35 rhum di Clare Denis, per il quale riceve una candidatura al Premio Lumière per la migliore promessa femminile. Nel decennio successivo prosegue sporadicamente la carriera d’attrice, come nel film Simon killer di Antonio Campos, dedicandosi per lo più alla regia di cortometraggi. Con il lungometraggio tratto dal corto Atlantique, che porta lo stesso titolo, vince il Grand prix, Festival de Cannes 2019, diventando la prima donna nera a concorrere e vincere il Grand Prix Speciale della Giuria. Il film è attualmente distribuito a livello internazionale sulla piattaforma Netflix.

Una scena di “Atlantiques” di Mati Diop

Palermo sole nero, 25’ di Josephine Jouannais, miglior cortometraggio Festival di Kiev 2021, selezione Coté court Festival, Les Nuit Med, Cinéma du réel 2021. Nata a Parigi nel 1994, Jouannais si diploma in regia all’INSAS Film School di Bruxelles, dirige il suo primo cortometraggio a Palermo nel 2018 continuando a esplorare il territorio con questo nuovo lavoro. 

Numero 387, 61’ di Madeleine Leroyer, premiato nella categoria Feature Film al Global Migration Film Festival 2019; presentato all’IDFA, International Documentary Film festival Amsterdam 2019 for Mid-length Documentary, al Fipadoc 2020, al Trieste Film Festival 2020, e al Thessaloniki Documentary Festival 2020. Il film ha ricevuto il premio Anna Politkovskaja per il miglior documentario al Festival del Cinema Femminle di Créteil nel 2020. A fine proiezione i protagonisti e il cast dei film saranno disponibili a un dibattito con il pubblico.

#387 di Madeleine Leroyer

Domenica 11 luglio ore 10.00 – Santuario della madonna dell’Adonai

Spazio aperto al pubblico tutto il giorno. Presentazione del libro tratto dalla mostra di Max Hirzel “Corpi migranti”. Incontro con il “Comitato 18 aprile”, che ha dato un forte contribuito al rientro del relitto ad Augusta, con la curatrice Maria Chiara Di Trapani, che coordina il progetto Barca Nostra, presentato nella sezione Progetti Speciali della 58° edizione della Biennale di Venezia, May You Live In Interesting Times; Di Trapani collabora con istituzioni pubbliche e private in Italia e all’estero, come l’Orto Botanico di Palermo, il Museo dei Tre Oci di Venezia, il Palazzo delle Esposizioni di Roma, la Triennale di Milano e la Biennale di Liverpool. Insieme a lei sarà presente Giorgia Mirto, ricercatrice laureata in Storia presso l’Università degli Studi di Palermo, con specializzazione in Antropologia, ha lavorato come ricercatrice sul campo al progetto The Human Costs of Border Control (HCBC) condotto per l’Università di Vrije, Amsterdam, al fine di creare la prima raccolta di prove ufficiali sulle persone morte nel tentativo di raggiungere i Paesi del sud dell’UE. Ha lavorato come mediatrice culturale per il supporto legale in un centro di accoglienza per migranti irregolari a Palermo, Laboratorio Zeta, e con un gruppo di attivisti siciliani ha realizzato molti progetti locali legati all’accoglienza dei migranti.

Domenica 11 luglio ore 17.30/20.00 – Forte Vittoria

Corpi migranti, mostra fotografica di Max Hirzel; Graffiti, mostra fotografica di Jameel Subay; Les jeunes sapeurs de la Tabaski di Vincenzo Cardile; Naufrage – L’avenir, installazione di Mounir Gouri; Lo gëm mu nekk, installazione di Bocar Niang; Like fishes, installazione di Alia Belgsir.

Domenica 11 luglio ore 20.30 – Santuario della Madonna dell’Adonai

Oniroscope, performance dell’artista Tuia Cherici e dell’antropologa Arianna Cecconi, che riporta l’enorme varietà di punti di vista attraverso cui si possono vivere e interpretare i sogni raccolti nelle sue ricerche in Perú, Spagna e Italia. I sogni di diverse culture e zone geografiche diventano così la lente attraverso cui guardare noi stessi, stimolando nei partecipanti dell’Oniroscopio nuove domande e prospettive per avvicinarsi all’universo. In questi incontri i sogni non vengono interpretati ma trasformati, non vengono solo narrati ma praticati.

Ainsi qu’entrent dans la flamme qui brille les papillons empressés à leur perte, performance di André Fortino, artista francese, vive e lavora a Marsiglia, il corpo al centro della sua esperienza performativa in un continuo confronto tra composizione e improvvisazione, abbandono e controllo, si esprime anche attraverso l’uso del video e delle installazioni. Ha partecipato a numerose mostre collettive presso Le Musée d’Art Contemporain de Marseille, il Mamco, museo di arte moderna e contemporanea di Ginevra, La maison rouge e il Centre Pompidou di Parigi, e nell’ambito dei Rencontres internationales Paris/Berlino/Madrid (2010). Nel 2015 la sua prima monografia è stata pubblicata dall’ESAAA e sarà distribuita da Presses du Réel.

Segue dibattito con gli artisti esposti al Forte Vittoria.

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