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Cartografia degli immaginari

Eventi Ad Agrigento, dal 18 febbraio al 26 marzo, la retrospettiva di Rosario Bruno a cura di Giuseppe Frazzetto

Un campionario di forme e ritratti che affiorano dall’arte rinascimentale, dal Novecento artistico, dalle foto impacciate delle cerimonie familiari, dal mondo dello spettacolo e persino da quello dell’attualità, con i volti dei potenti immortalati in foto ufficiali e divenute icone. Di scena, alle Fabbriche Chiaramontane di Agrigento dal 18 febbraio al 26 marzo, è Rosario Bruno, con la retrospettiva “Cartografia degli immaginari” a cura dello storico dell’arte Giuseppe Frazzetto. La mostra, organizzata dall’Associazione Amici della Pittura Siciliana dell’Ottocento, avvia la stagione 2017 nel contenitore d’arte e di eventi del centro storico di Agrigento. Inaugurazione sabato 18 febbraio, ore 19.

Rosario Bruno, Quando sui muri di Sciacca si attaccavano i manifesti cinematografici 1973

Rosario Bruno, Quando sui muri di Sciacca si attaccavano i manifesti cinematografici 1973

In prestito da collezioni private o di proprietà dell’artista, la mostra allinea una quarantina di opere di Bruno (Siculiana, 1945) con l’obiettivo di indagare circa mezzo secolo di attività artistica che, seppure svolta in termini alquanto appartati, ha sempre raccolto puntuali riscontri critici di altissimo livello. “Rosario Bruno – spiega il curatore – è stato un protagonista della stagione felice degli anni Settanta e soprattutto Ottanta: una sorta di rinascimento della cultura artistica siciliana, affrancata da ogni sospetto di marginalità e pronta a rapportarsi senza remore al dibattito nazionale e internazionale. Nel solco delle ultime mostre delle Fabbriche Chiaramontane focalizzate su quel momento febbrile di libertà creativa e di serrati confronti culturali, si colloca quindi anche questa indagine su Bruno”.

Rosario Bruno, Natura morta 2003

Rosario Bruno, Natura morta 2003

Per Frazzetto, Bruno potrebbe essere definito un “cavaliere del medium”, avendo inventato il cartone romano, costantemente utilizzato nell’arte sin dai primi anni Settanta. “È una tecnica – spiega il curatore – che va distinta da quelle relative alla cartapesta, carta macerata che diventa materiale manipolabile che poi si indurisce. Il “cartone romano” si struttura invece attraverso il sovrapporsi di carte incollate, determinando già dal suo farsi un’ambivalenza fra il dato (quasi) bidimensionale del frammento cartaceo e il suo esito (quasi) tridimensionale, votato allo sporgersi in bassorilievo o altorilievo, e talvolta in esplicita configurazione plastica”.

Alla mostra è dedicato un catalogo, edito dagli Amici della Pittura Siciliana dell’Ottocento, con l’intero corpus delle opere in mostra e un saggio critico del curatore.
Le Fabbriche Chiaramontane sono visitabili dal martedì alla domenica. Orari: 10.30-12.30/ 16.00-20.00. Chiusura tutti i lunedì.

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