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App per dispositivi mobili: breve storia di una rivoluzione digitale

Trinacria 2.0 Lo sviluppo delle app è andato di pari passo con quello dei cellulari. Nell'ormai tecnologicamente lontanissimo 1994, quasi il giurassico della telefonia mobile, la IBM riuscì ad immettere sul mercato il suo "Simon", che può considerarsi a pieno titolo il primo smartphone della storia

Nel linguaggio informatico, vengono definiti “programmi applicativi” o “applicazioni”, ma siamo tutti abituati a chiamarle semplicemente “App”. Dietro alle icone che affollano gli schermi del cellulare, si celano programmi con funzionalità specifiche, che soddisfano le necessità degli utenti. Dall’organizzazione della giornata lavorativa, il meteo, l’intrattenimento e i servizi: per qualsiasi esigenza ci sarà sicuramente l’app giusta da scaricare, pronta all’uso. La digitalizzazione delle aziende, uno dei temi chiave anche in Sicilia, passa in molti casi attraverso app fornite direttamente dalle ditte erogatrici di una vasta tipologia di servizi.

Nascita ed evoluzione delle app
Lo sviluppo delle app è andato di pari passo con quello dei cellulari. Nell’ormai tecnologicamente lontanissimo 1994, quasi il giurassico della telefonia mobile, la IBM riuscì ad immettere sul mercato il suo Simon, che può considerarsi il primo smartphone della storia. Aveva lo schermo tattile, che veniva messo in funzione attraverso un pennino, e alcune app già installate, tra cui un feed di news, la calcolatrice e persino una sorta di “trisavolo” di Google Maps. Anche se con funzionalità ancora molto ridotte, erano nate ufficialmente le prime app.
Tra i brand che hanno fatto la storia successiva, bisogna ricordare Nokia, che nel 1997 offriva ai suoi utenti uno dei primi videogiochi preinstallati: il mitico “Snake”. Blackberry rivoluzionò il mercato, offrendo la possibilità (o forse la condanna?) di poter ricevere le mail direttamente anche da remoto. Da quel momento in poi il Blackberry diventa lo status symbol dei manager di nuova generazione: sempre raggiungibili e operativi. Nel 2007, si affaccia al mercato il primo iPhone, con molte app piuttosto sofisticate e un sistema operativo che, per molti anni, non ha temuto confronti.
Il 2008 è un anno fondamentale: nasce Android e, a poca distanza l’uno dall’altro, vengono lanciati sia l’App Store di iOS che l’Android Market. L’anno successivo, i download sull’App Store raggiungono l’emblematica cifra di 1 miliardo, con Facebook a guidare la classifica mondiale delle applicazioni più richieste. Nel 2010, l’ascesa del mercato si fa ancora più importante: mentre l’App Store raggiunge la pietra miliare di 5 miliardi di download, il termine “App” viene votato “Parola dell’anno” dall’American Dialect Society.

Il mondo a portata di app: ecco il perché del loro successo
Le app fanno ormai parte della nostra vita. Non solo ci rendono l’esistenza più semplice, ma hanno generato un vero e proprio bisogno. Dalla pubblica amministrazione (in realtà ancora un po’ indietro nell’efficace erogazione di servizi con mezzi digitali) fino ai social e alle agende, le ore sono scandite da notifiche, avvisi e promemoria, permettendoci di tenere in ordine anche le caotiche giornate divise fra casa, famiglia e amici. Le app aiutano ad individuare i saldi nel centro commerciale più vicino, a scegliere i servizi di ristorazione a domicilio, a viaggiare con l’ausilio di un navigatore gratuito e persino a controllare la presenza o meno di meduse nelle acque di fronte alla spiaggia dove vogliamo passare qualche ora di relax.
Nel settore dell’intrattenimento, le app sono diventate sempre più popolari anche grazie alle connessioni veloci disponibili su smartphone e tablet di ultima generazione. Oggi, chi è appassionato, ad esempio, di sfide al tavolo verde, potrà avvalersi di grafiche ottimizzate, collegamenti live e interazioni in tempo reale con altri utenti. Per non parlare poi dell’offerta relativa alle piattaforme di streaming, dove poter seguire serie televisive e film anche durante i viaggi in metro (connessione permettendo) o comodamente seduti sul divano, senza dover neanche accendere la TV.

Le app e il mercato: numeri da capogiro
Secondo alcune stime, soltanto nel primo semestre del 2020, le app e i servizi annessi hanno incassato circa 50 miliardi di dollari, che vengono distribuiti dai gestori dei “negozi” come App Store e Android Market (diventato poi Google Play nel 2012), e le aziende che sviluppano i programmi scaricabili. Per questo, secondo studi del settore, potremmo essere vicino all’esigenza di liberalizzare un mercato che è in mano, da parte dei “distributori” di tali app, praticamente solo ad un paio di players.
In ogni caso, a dispetto di chi temeva una flessione del mercato dovuta ad una qualche “saturazione” dello stesso, si tratta invece di un settore in continua crescita, forte anche di tecnologie più raffinate e pronte a soddisfare tutte le esigenze. Se già nel 2013 i download su entrambi i marketplace già citati hanno raggiunto la cifra di 50 miliardi, anche l’offerta si è rapidamente moltiplicata. Basti pensare che, dal 2017 in poi, sia su App Store che su Google Play sono presenti più di due milioni di app. Tra i download più “redditizi” si trovano moltissimi videogiochi arcade, come Angry Birds e Candy Crush. Arrivando ai nostri giorni, ad oggi Tik Tok risulta l’app più scaricata, seguita da Snapchat, YouTube, Instagram e Facebook, in diverse posizioni a seconda del marketplace. Il dato più certo è che, ancora una volta, i social restano il fiore all’occhiello di questo mercato sconfinato.

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