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Ai Pupi di Surfaro il premio Amnesty

I Pupi di Surfaro hanno vinto il premio "Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty" nella sessione emergenti. La formazione di San Cataldo era fra

I Pupi di Surfaro hanno vinto il premio “Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty” nella sessione emergenti. La formazione di San Cataldo era fra i cinque finalisti selezionati tra 128 concorrenti provenienti da tutta Italia per il Premio dedicato ai migliori brani legati alla Dichiarazione universale dei diritti umani. Protagonisti della manifestazione anche Brunori sas, vincitore del Premio Amnesty Italia, sezione Big, e gli ospiti Enrico Ruggeri, Mirkoeilcane e la Med Free Orkestra.

La consegna del premio a Rosalina a Mare lo scorso 22 luglio

La consegna del premio a Rosalina a Mare lo scorso 22 luglio ai Pupi di Srfaro

La band siciliana ha vinto con ‘Gnanzou, l’urlo contro l’odio e l’indifferenza estratto da “Nemo profeta”, l’ultimo album dei Pupi di Surfaro. Pubblicata con la collaborazione straordinaria del musicista senegalese Jali Diabate, ‘Gnanzou è il verso della “Cialoma”, il canto che accompagnava e guidava la pesca del tonno rosso nelle tonnare della Sicilia, quella che viene chiamata la “mattanza”. Un brano che tratta il tanto delicato tema dell’immigrazione e delle stragi nelle acque del Mediterraneo.
«Difficile definire il sound del nuovo disco –dicono i Pupi di Surfaro -. Noi ci abbiamo messo tutto quello che abbiamo e tutti possono trovaci quello che vogliono. Folk/Elettro/Rock potrebbe essere, a nostro avviso, un’etichetta capace di contenere una buona percentuale di tutto quello che il disco promette di essere. Elemento centrale è il testo e l’uso della parola pregnante, originale, graffiante, ironica, spregiudicata, cattiva, dissacrante, provocatoria. L’uso del dialetto, prettamente siciliano, che però, prontamente si apre a contaminazioni della lingua italiana, ma anche inglese, americana, oppure del mandingo-senegalese (di Jali Diabate in “’Gnanzou”) e addirittura sardo-ligure (in “Ruzaju” di Andrea Parodi), si apre ad uno scenario decisamente World-Music. La parola d’ordine è: Confondere. La scommessa è: sorprendere. Il rischio è: piacere troppo all’ascoltatore superficiale e distratto».

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