Il Biondo di Palermo porta in scena il latino brillante dell’Alulularia di Plauto

Dal 7 al 12 luglio il classico di Plauto, nella traduzione di Michele Di Martino e la regia di Francesco Sala, con Edoardo Siravo, Stefania Blandeburgo e Paride Benassai fra gli attori, seconda messinscena del ritorno del Biondo alle attività teatrali dal vivo dopo la lunga pausa per il lockdown

Il Biondo di Palermo porta in scena il latino brillante dell’Alulularia di Plauto

Il Teatro Biondo di Palermo torna in scena “dal vivo” con Aulularia, una delle più note e divertenti commedie di Plauto. Dopo l’Abbecedario della quarantena, il saggio degli allievi della “Scuola dei mestieri dello spettacolo”, che è stato seguito nell’Atrio di Palazzo Riso da una settantina di spettatori e che ha superato le 30.000 visualizzazioni in diretta streaming, il teatro diretto da Pamela Villoresi proporrà la sua nuova produzione all’Orto Botanico di Palermo, dal 7 al 12 luglio, grazie alla collaborazione con l’Università degli Studi e Coop Culture

Aulularia, ovvero la Fabula della pentola d’oro, sarà proposta con la traduzione e l’adattamento di Michele Di Martino per la regia di Francesco Sala. Protagonisti sono Edoardo Siravo, Paride Benassai, Marco Simeoli, Stefania Blandeburgo, Gabriella Casali, Antonio Silvia, Simona Sciarabba e Domenico Ciaramitaro. Le scene sono di Luca Mannino, i costumi di Dora Argento, le luci di Antonio Sposito. Assistente alla regia è Valentina Enea.

Edoardo Siravo, foto F. Lera

Per il Presidente del Teatro Biondo, Giovanni Puglisi, «tornare in scena, seppure con i dovuti accorgimenti e limitazioni, è oggi un importante traguardo simbolico, per raggiungere il quale ci siamo impegnati con un assiduo lavoro di squadra, grazie anche alla collaborazione con l’Università di Palermo, che ci ospita nel suggestivo spazio dell’Orto Botanico. La vocazione del teatro è quella di “accadere” dal vivo davanti a un pubblico, che condivide con gli artisti emozioni e stati d’animo. E il Teatro Biondo riparte da un classico, per riflettere sulla contemporaneità. Stiamo lavorando per riaprire in sicurezza anche le nostre sale teatrali, con un programma che annunceremo entro la fine luglio». 

«Abbiamo deciso di tornare in scena privilegiando i nostri giovani – dichiara Pamela Villoresi – prima con il saggio dei nostri allievi, Abbecedario della quarantena, curato da Emma Dante, adesso con Aulularia di Plauto, epifania di un percorso che ha coinvolto studenti di tutta Italia … naturalmente on line. Abbiamo fatto vari incontri sul lavoro della traduzione e il gioco dei tradimenti e delle contaminazioni, abbiamo mostrato il lavoro di regia e dei costumi, parlato con gli interpreti. Adesso finalmente si torna in scena. Lo spettacolo, rappresentato per l’intera settimana all’Orto Botanico, non è solo per i nostri ragazzi, ma per tutti coloro che hanno voglia di rivedere un classico, di tornare a sorridere e di sedersi di nuovo davanti ad un palco e ascoltare una storia, una bella storia».

Stefania Blandeburgo

«Plauto compose l’Aulularia, commedia della pentola fra il 195 e il 184 a.C. Il titolo dell’opera – spiega il regista Francesco Sala – gli fu ispirato da Menandro e anche il personaggio del protagonista è erede del Dýskolos (Il misantropo). L’avarizia, che è il suo tema centrale, è troppo spesso legata alla misantropia, al sospetto, alla paura collerica dell’essere defraudati e ritroviamo anche qui il classico binomio dei servi scaltri e dei padroni malmostosi, biliosi, incattiviti. Non è un caso che si parli di pentole d’oro. Il nostro interesse per Plauto non sta solo nelle figure comiche, nelle trovate interessantissime, nelle commedie e i modelli che ha generato dopo di sé (uno su tutti L’avaro di Moliere), ma come sempre, Tito Maccio Plauto ci porta in una coscienza teatrale più evoluta: lui punta all’osservazione della vita umana, al vizio capitale, al rapporto con il fato e il divino. Qui schiavi, liberti, mercanti, ruffiani, tutti frullati in un caleidoscopio di trovate sceniche e linguistiche, espressioni colte e gergali, popolari e dialettali, colorate, inedite, parlanti, assonanze brillanti che sono restituite in latino dalla viva traduzione per la nostra scena di Michele Di Martino».

Paride Benassai

«Questa nostra “trasposizione” di Aulularia aggiunge Michele Di Martino – si prefigge di consegnare agli spettatori il trionfo della fucina espressiva del genio di Sarsina, l’immaginifica vivacità verbale dei diversi registri linguistici: nel testo tradotto si dà spazio all’incomparabile forza evocativa del latino, con una significativa scelta di parole, espressioni, frasi dell’originale che sono incastonate nella traduzione italiana. Gli inserimenti latini non si limitano a quelli del testo di Aulularia: seguendo, per così dire, un processo di “contaminazione di contaminazione”, ricorriamo qui a versi tratti da altre commedie plautine o citazioni ed aforismi di altri autori: un esempio per tutti è la celeberrima homo homini lupus tratta dall’Asinaria. Alla stimolante “sensualità” linguistica, al gusto per i giochi di parole, i doppi sensi e gli equivoci, cerca di intonarsi tutta la traduzione, sostenuta e potenziata dalla lingua latina, così da portare in scena un testo vivo, duttile e brillante, capace di esprimere pienamente le invenzioni drammaturgiche e gli stati d’animo dei vari personaggi. Sarà pure questo latine loqui, parlare in latino, un’occasione per rivivere e riconoscere, ancora oggi, la grandezza del mondo classico, un modo per risalire il fiume dei segni che ci arriva dalla civiltà di cui siamo eredi diretti». 

Aulularia andrà in scena all’Orto Botanico di Palermo ogni sera alle ore 21, da martedì 7 a domenica 12 luglio. Sono disponibili circa 150 posti, la cui disposizione rispetta il distanziamento previsto dalle norme di contenimento anti-Covid. Posto unico 12 euro. Prevendite su vivaticket.it, oppure direttamente in teatro previa prenotazione alla mail promozionale@teatrobiondo.it o con messaggio WhatsApp al numero 3351611567. Le prenotazioni dovranno essere confermate in biglietteria entro le 20.15 della sera dello spettacolo.

Antonio Silva

Il regista Francesco Sala: «Plauto compose l’Aulularia, commedia della pentola fra il 195 e il 184 a.C. Il titolo dell’opera gli fu ispirato da Menandro e anche il personaggio del protagonista è erede del Dýskolos (Il misantropo). L’avarizia, che è il suo tema centrale, è troppo spesso legata alla misantropia, al sospetto, alla paura collerica dell’essere defraudati e ritroviamo anche qui il classico binomio dei servi scaltri e dei padroni malmostosi, biliosi, incattiviti. Non è un caso che si parli di pentole d’oro. Storicamente, a Roma in quegli anni, il console Lucio Cornelio Scipione, fratello dell’Africano, decide di portare la guerra in Asia contro Antioco III a Magnesia. Per preparare questa guerra uomini e donne della Repubblica Romana offrirono tutto il loro oro alla Patria: le matrone i loro gioielli, i ragazzi i distintivi, gli uomini le pesanti libbre. Immaginatevi quanti spettatori potevano all’epoca identificarsi con il nostro “avaro” protagonista. Un sacrificio analogo lo fecero anche i nostri nonni durante un’altra seconda guerra, questa volta Mondiale. Credo che anche in questa occasione spettacolare il nostro interesse per Plauto non sia solo per le figure comiche, le trovate interessantissime, per le commedie e i modelli che ha generato dopo di sé (uno su tutti L’avaro di Moliere), ma come sempre, Tito Maccio Plauto ci porta in una coscienza teatrale più evoluta: lui punta all’osservazione della vita umana, al vizio capitale, al rapporto con il fato e il divino. Qui schiavi, liberti, mercanti, ruffiani, tutti frullati in un caleidoscopio di trovate sceniche e linguistiche, espressioni colte e gergali, popolari e dialettali, colorate, inedite, parlanti, assonanze brillanti che sono restituite in latino dalla viva traduzione per la nostra scena di Michele Di Martino. Tradurre Plauto significa consegnarlo all’oggi attraverso la sua originale contaminazione di generi, pastiches, musiche: il termine “farsa”, per i romani, significava piatto farcito. Plauto ha saputo giocare con gli ingredienti per primo, mischiando l’alto e il basso, impastando la raffinatezza geometrica delle costruzioni drammaturgiche elleniche alla Suburra, lo scherzo feroce come pizzico, un goccio di beffa. Metterlo in scena oggi è un percorso pieno di pericoli e di gioconda fantasia. Sarà bello perdersi e stuzzicare il pubblico di oggi godendosi lo spettacolo».

Simona Sciarabba

«La Fabula Aulularia, ovvero la commedia della pentola (aula o aulula significano olla, pentolina) – commenta Michele di Martino che ha curato traduzione e adattamento del testo -,  è una delle più note dell’ultimo decennio della vita di Plauto (260 circa-184 a.C.); l’espressione senex avarus dell’argomento iniziale suggerisce che la commedia sia rivolta più alla rappresentazione del carattere che ai lazzi, agli intrighi e alle burle di cui è condita ampiamente la comicità plautina: dominante nell’opera è, appunto, un vecchio avaro, personaggio tra i più riusciti ed imitati, cui si ispirarono, tra gli altri, Shakespeare e Moliere. Ancora oggi l’Aulularia è considerata tra le migliori commedie classiche ed è oggetto di numerosi allestimenti. Ma la sfida ineludibile per chiunque voglia tradurre questa fabula palliata è la resa del plurilinguismo che ne costituisce indubbiamente la peculiarità: infatti, nella lingua di Plauto, attraverso il suo vertere barbare, convivono, con pari dignità d’arte, lo stile colto e l’espressione popolare, i grecismi e i dialettismi. Questa nostra “trasposizione” di Aulularia si prefigge di consegnare agli spettatori il trionfo della fucina espressiva del genio di Sarsina, l’immaginifica vivacità verbale dei diversi registri linguistici: nel testo tradotto si dà spazio all’incomparabile forza evocativa del latino, con una significativa scelta di parole, espressioni, frasi dell’originale che sono incastonate nella traduzione italiana. Gli inserimenti latini non si limitano a quelli del testo di Aulularia: seguendo, per così dire, un processo di “contaminazione di contaminazione”, ricorriamo qui a versi tratti da altre commedie plautine o citazioni ed aforismi di altri autori: un esempio per tutti è la celeberrima homo homini lupus tratta dall’Asinaria. Per quanto concerne la consuetudine dei “nomi parlanti” di origine greca, secondo la stessa definizione plautina nomen omen, ci si discosta dall’originale, non sempre comprensibile, e si danno ai personaggi nomi allusivi per renderli più fruibili, freschi, divertenti. Alla stimolante “sensualità” linguistica, al gusto per i giochi di parole, i doppi sensi e gli equivoci, cerca di intonarsi tutta la traduzione, sostenuta e potenziata dalla lingua latina, così da portare in scena un testo vivo, duttile e brillante, capace di esprimere pienamente le invenzioni drammaturgiche e gli stati d’animo dei vari personaggi. Sarà pure questo latine loqui, parlare in latino, un’occasione per rivivere e riconoscere, ancora oggi, la grandezza del mondo classico, un modo per risalire il fiume dei segni che ci arriva dalla civiltà di cui siamo eredi diretti».

Aulularia – Fabula della pentola d’oro di Tito Maccio Plauto, traduzione e adattamento Michele Di Martino, regia Francesco Sala. Personaggi e interpreti (in ordine di entrata): Freccetta, genio della famiglia Marco Simeoli; Grappaccia, serva Stefania Blandeburgo; Cacastecchi, vecchio avaro Edoardo Siravo; Baccagliona, sorella di Miraglione Gabriella Casali; Miraglione, vecchio ricco Paride Benassai; Pollastriere, cuoco Antonio Silvia; Congrione, secondo cuoco / Fedria, figlia di Cacastecchi   Simona Sciarabba; Stellone, giovane figlio di Baccagliona  Domenico Ciaramitaro. 

Scene Luca Mannino, costumi Dora Argento, luci Antonio Sposito, assistente alla regia Valentina Enea, direttore di scena Sergio Beghi, coordinatore dei servizi tecnici Giuseppe Baiamonte, capo fonico Giuseppe Alterno, fonico Manfredi Di Giovanni, elettricisti Piero Greco e Mario Schillaci, primo macchinista Mario Ignoffo, macchinisti Francesco La Manna, Giuseppe Macaluso, capo sarta Erina Agnello. Produzione Teatro Biondo Palermo.

Data

07 - 12 Lug 2020
Expired!

Ora

21:00 - 23:00

Costo

€ 12

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Luogo

Orto botanico Palermo
Palermo via Lincoln 2
Categoria

Organizzatore

Teatro Biondo Palermo
Sito web
https://www.youtube.com/channel/UCwmoW9ecs0XM1a8taB1zNtw/videos

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