Dest’Arte, a Mezzojuso in danza il mito di Apollo e “Daphne”
Ancora danza per “Dest’Arte – Festival intercomunale delle arti performative”, progetto di teatro, danza, musica e teatro ragazzi della cooperativa Agricantus di Palermo nato dalla sinergia e dalla collaborazione tra il direttore artistico Vito Meccio e i Comuni di Ventimiglia di Sicilia, Vicari e Mezzojuso. Giovedì 17 agosto il regista e coreografo Aurelio Gatti mette in scena “Daphne”, spettacolo tratto dalle Metamorfosi di Ovidio e prodotto da MDA Produzioni danza, con i danzatori Lucia Cinquegrana, Luca Piomponi e Lucrezia Serafini, in calendario alle 21.30, in piazza Umberto I a Mezzojuso nel Palermitano. Il festival Dest’Arte è reso possibile grazie alle risorse del Fondo Unico dello Spettacolo del Ministero della Cultura nelle aree periferiche del Comune di Palermo e della Città Metropolitana di Palermo.
Il mito di Apollo e Dafne è la storia di un amore mai realizzato, ma anche di un paradosso: proprio il dio protettore delle arti mediche non riesce a trovare un farmaco per la ferita infertagli da Eros. Proprio il nume che conosce presente, passato e futuro, lascia che la sua mente sia offuscata dalla tenace passione per la bellissima Dafne, figlia del fiume Peneo e di Gea. Apollo, nel vederla, se ne innamora, ma la fanciulla, nel vedere il dio, fugge ed egli la invoca: «Ninfa penea, férmati, ti prego: non t’insegue un nemico; férmati!». Dafne, esausta, rivolge una preghiera al padre (o alla madre), affinché la sua forma, causa di tanto tormento, sia tramutata in qualcos’altro. In pochi istanti la giovinetta si irrigidisce, i piedi divengono radici, le braccia rami, il corpo si ricopre di una ruvida scorza: si sta trasformando in un albero di alloro. Apollo la raggiunge, ma è troppo tardi; riesce appena a rubarle un bacio, prima che anche la sua bocca sia ricoperta dalla corteccia.
Questo il mito, narrato da Ovidio nelle Metamorfosi. Viene naturale prendere le parti di Dafne, che fugge da un accanito e possessivo spasimante, eppure merita attenzione anche la sofferenza di Apollo, ferito dalla freccia d’amore di Eros. Non si sceglie di amare e chi amare, la ragione viene sconvolta per colui o colei che si desidera ardentemente. Il rifiuto costituisce un atto di ingiustizia ma se Dafne è una vittima, Apollo non va giustificato ma compatito. Una danza per un mito che, al di là delle mode e delle epoche, ripropone, integro e autentico, il mistero dell’eros.
Il programma di “Dest’Arte – Festival intercomunale delle arti performative” terminerà venerdì 18 agosto all’anfiteatro comunale di Ventimiglia di Sicilia con l’Omaggio a Stevie Wonder del quartetto dell’armonicista Giuseppe Milici.
Obiettivo di Dest’Arte è la rivitalizzazione socio-culturale dei territori coinvolti, attraverso interventi artistici capaci di risvegliare l’interesse degli abitanti nei confronti dell’arte e della cultura. Il progetto è realizzato anche grazie alla collaborazione del G.A.L. Metropoli Est (società consortile di natura mista pubblico-privata), e delle associazioni che partecipano alla diretta realizzazione del palinsesto, soggetti dalla pluriennale esperienza in ambito culturale e dello spettacolo dal vivo: Estreusa di Caltanissetta, MDA Produzioni Danza di Castelnuovo di Porto (Roma), Nave Argo di Caltagirone, Associazione culturale Unisono di Modugno (Bari). Gli spettacoli sono a ingresso gratuito.
Informazioni al numero 091.309636 oppure www.agricantus.cloud.
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