Eventi Il pianista e il percussionista insieme dal 23 al 25 gennaio a Catania, il 26 gennaio a Palermo
Il pianista Omar Sosa e il percussionista Gustavo Ovalles si esibiranno insieme dal 23 al 25 gennaio al Ma Musica Arte di Catania (biglietti disponibili solo per la data del 25 gennaio ore 22.45), per la stagione di Catania Jazz, mentre giovedì 26 gennaio saranno in scena al Teatro Jolly di Palermo per la stagione Nomos Jazz
Pianista eccezionale, poliglotta musicale che unisce i continenti, Omar Sosa, tra l’utopia e la realtà, è un’allegoria dello scambio artistico universale. Omar Sosa esemplifica perfettamente lo spirito di Duke Ellington come creatore di una musica che trascende le categorie, testimoniata anche dai circa 20 album come leader: è un musicista planetario che meglio rientra nella world music, nella sua classificazione più ampia. La sua curiosità, uno spirito musicale generoso, una dedizione al gruppo come elemento fondamentale della creazione, e un’apertura a sonorità nuove e combinazioni insolite animano tutto ciò che Omar fa. La sua ricerca di libertà musicale trascende l’ortodossia e impersonifica la determinazione di Monk, nel non voler suonare mai la stessa cosa due volte. Sosa realizza un linguaggio jazz globale ma esaustivo, stilisticamente unico, che celebra la diversità delle anime della musica delle Americhe e oltre. Eppure Omar coltiva sempre un’intima connessione con le sue radici afro-cubane. “L’Africa e la Diaspora rappresentano una fonte musicale senza uguali” dice l’artista. “Ho provato a raccontare il profilo melodico del continente, e la sua grande forza ritmica. Il ritmo mette in collegamento ogni persona con lo Spirito supremo; e ogni terra ha il suo modo di chiamare lo Spirito, di unire le persone. Filosoficamente, attraverso il jazz che è forse il genere più rappresentativo della Diaspora, abbiamo cercato di mettere insieme i Caraibi, l’America Latina e l’Africa in un espressione di libertà, una celebrazione della Diaspora che sopravvive ancora oggi”.
Il linguaggio musicale di Sosa, costruito spesso sulla poliritmia, attinge alla ritualità e spiritualità degli Gnawa marocchini e dai culti sincretici del Centro e Sudamerica, di derivazione Yoruba. I suoi viaggi attraverso i continenti e gli spazi materiali alla ricerca di culture e sonorità diverse, gli consentono di comprendere ben presto che tutti sono accomunati da un elemento preciso “essere uomini su questa terra”. Insomma una vera rarità di questi tempi, tempi cupi in cui l’uomo ha smarrito il proprio cammino. La musica di Omar è la sintesi di diversi modi di sentire, con l’obiettivo forse di rendere più consapevoli gli individui della propria appartenenza e del proprio essere terreni. In qualunque parte tu possa recarti, Mongolia, Brasile, Polonia, incontrerai un preciso senso comune, che è quello che l’artista vuole sottolineare, lasciare emergere.
Non vuole dimostrare nulla Sosa, semplicemente intende mettere in risalto quello che sente e vede; la base della sua esperienza musicale ed artistica è la ricerca dell’essenza dell’esistenza, si tratta del motivo per cui siamo tutti qui su questo spazio comune chiamato Terra. Sosa è sempre più libero nella sua musica, aldilà ormai di qualsiasi giudizio critico e tecnico.Gustavo Ovalles, riesce a farci scoprire sonorità molto diverse da quelle a cui siamo abituati. L’ispirazione viene da lontano si immerge in radici culturali antiche che divengono moderne al contatto con le mani dell’artista. Un duo di altissimo livello che propone un concerto sempre diverso.