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Colombo, opere 1999-2015

Eventi A Modica, dall'11 dicembre al 31 gennaio, la prima personale di Giuseppe Colombo curata da Paolo Nifosì

A Modica, negli spazi del Convento del Carmine, dall’11 dicembre al 31 gennaio settanta opere ripercorrono i primi quindici anni di carriera di Giuseppe Colombo. Si tratta della prima antologica dedicata al pittore siciliano. Curata dallo storico dell’arte Paolo Nifosì, la mostra è organizzata dalla Fondazione Teatro Garibaldi con il patrocinio del Comune di Modica e il coordinamento di Tonino Cannata.

Giuseppe Colombo, Ragazza alla finestra, olio su tela

Giuseppe Colombo, Ragazza alla finestra, olio su tela

Nelle sale del Convento, spazio restituito alla città dal maggio 2015 con l’omaggio agli ottanta anni del maestro Piero Guccione, saranno esposte dall’11 dicembre (vernissage alle ore 18) decine di opere in prestito da collezionisti di tutta Italia con cui Nifosì ricostruisce l’iter creativo di Colombo. Artista che di recente, come scrive il curatore nel saggio in catalogo, denota una “nuova percezione della luce e della definizione (…). L’occhio di Colombo (…) potenzia la brillantezza, la saturazione cromatica, la luminosità, la nettezza dei contorni. Il procedere dell’artista si mantiene nel solco di un linguaggio consolidato che riesce ancora a rinnovarsi e a stupirci nel racconto della sua vita, della sua esperienza che ci viene restituita in immagini dove si respira e si avverte la Bellezza”.

Giuseppe Colombo nel suo studio - ph Gianni Mània

Giuseppe Colombo nel suo studio – ph Gianni Mània

Eccellente disegnatore – notato sul finire degli anni Novanta da Franco Polizzi del Gruppo di Scicli, che lo presenta a Guccione, autore di un testo per la sua prima personale – Colombo, 44 anni, alterna paesaggi e nature morte per tornare spesso al ritratto, al nudo. “Utilizza la fuliggine, il carboncino, la matita – continua Nifosì – traendo spunto da foto dell’Ottocento. E’ del 2004 un ritratto di Degas, del 2009 un Nudo, che idealmente vuole essere un omaggio a Courbet, un altro Nudo verticale tratto da una foto dell’Ottocento: il corpo in questi casi emerge dall’oscurità potenziando la seduzione e il coinvolgimento. La sua tentazione dell’ombra, della sua ambiguità e del suo mistero, continua a ritornare anche negli oli e ne è un esempio Nudo al tramonto (2010), dove l’eros suggerito e alluso contiene il “memento mori” della Morte di Maria del Merisi”. Fra i paesaggi spicca “Marina di Modica”, “Un dipinto – dice Nifosì – che in parte è una dichiarazione di poetica riguardo alla sua idea di obiettività, proposta di sviluppi di volumi in profondità, di luci che ne definiscono le superfici, di sperimentazioni pittoriche in atto, anche in relazioni alla frequentazione dei suoi maestri diretti, Guccione e Sarnari e a memorie hopperiane”.

Giuseppe Colombo, Nudo, matita e fusaggine su carta

Giuseppe Colombo, Nudo, matita e fusaggine su carta

“Colombo – scrive Marco Goldin, nel catalogo della mostra “Il Gruppo di Scicli” (Conegliano, 2001) – rivela il suo talento nel riappropriarsi dell’evidenza visiva con uno sguardo penetrante, con lenti potentissime, animando di rinnovata energia ciò che lo sguardo percepisce, a dimostrazione che la poesia è possibile coglierla intorno a noi e che i poeti e gli artisti hanno la virtù di rivelarcela”.

Giuseppe Colombo, Ofelia (da Millais), matita carboncino e collage su carta

Giuseppe Colombo, Ofelia (da Millais), matita carboncino e collage su carta

Fra gli interventi nel catalogo dell’antologica di Modica, figura quello di Stefano Malatesta. Il giornalista e scrittore, estimatore dell’arte di Colombo, scrive: “Ci sono altri artisti che devono stare attenti alla loro straordinaria capacità tecnica che li può portare molto lontano, più lontano di quanto essi stessi vorrebbero. Giuseppe Colombo rientra in questo ristretto giro. Quando ho visto per la prima volta un suo disegno acquerellato, il soprannome che mi è venuto spontaneo da dargli è stato quello di Le magiciens du crayon. Era una volpe uccisa e abbandonata lungo una strada di campagna. Vista con una prospettiva laterale, dava un senso di movimento anche se l’animale era morto. Un piccolo capolavoro. Io credo che Giuseppe sia uno dei migliori disegnatori italiani in assoluto”.
Nel catalogo dedicato alla mostra, oltre al saggio del curatore Nifosì e di Stefano Malatesta – col quale Colombo ha realizzato nel 2012, a Roma, un’esposizione di opere di entrambi ispirate a una raccolta di racconti di Malatesta – figura quello di Massimo Blanco, docente di Letteratura Francese alla Sapienza di Roma. Le immagini in catalogo sono del fotografo Gianni Mània.

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