Blog Calda l'estate per tanti bei titoli da leggere, capire, ricordare e ammirare e rifletterci su
La calda estate non ha fermato diversi editori che fino agli ultimi giorni di agosto hanno programmato la pubblicazione di diversi titoli. Noi vi consigliamo alcuni di questi e in copertina mandiamo l’intramontabile Anna Magnani raccontata da Chiara Ricci per i tipi di Graphe.it e in controcopertina il nuovo numero del SideKar di Arkadia “Un posto difficile da raggiungere” di Gianluigi Bodi. Nell’articolo gli approfondimenti degli altri consigli che qui annunciamo: Peter Farris, “Il diavolo in persona“, NN Editore; Riccardo Renda, “Storia dei cinefumetti italiani“, Algra; Robert Fisk, “Cronache mediorientali” e Marshall McLuhan, “Gli strumenti del comunicare”, per Il Saggiatore; Ramon J. Sender, “L’avventura equinoziale di Lope de Aguirre“, Arkadia; Roberto Mistretta, “Accura” e Niccolò Lucarelli, “Le camicie nere in Africa 1923-1943“, per Mursia; Giovanna Sgherza, “Tutto l’azzurro del mare”, Fides Edizioni.
Buona estate, ci rivediamo a settembre
Le uscite di martedì 11 luglio
Peter Farris, Il diavolo in persona, NN Editore
Maya ha diciotto anni e fa la prostituta. Reclutata nell’harem di lusso del potente Lucio, è diventata la preferita del Sindaco, uomo corrotto che un giorno, in preda all’eccitazione, si lascia sfuggire davanti a lei informazioni importanti sulla tratta di esseri umani al confine tra Stati Uniti e Messico. Appena la notizia arriva ai trafficanti messicani, a Maya non resta che mettersi in fuga. Gli scagnozzi di Lucio tentano di ucciderla, ma Leonard Moye, il proprietario dei terreni disseminati di spaventapasseri su cui la giovane cerca salvezza, le offre riparo e protezione. Leonard è un uomo arrabbiato, solitario e pericoloso, ma si affeziona a Maya come da tempo non gli capitava e sarà disposto a tutto pur di difenderla. Il diavolo in persona è un southern noir incalzante e ricco di colpi di scena, che racconta un’America ostaggio di forze oscure e feroci, violente e senza scrupoli. Ma il romanzo di Peter Farris è anche un inno all’amicizia, e alle possibilità di riscatto concesse dalla lealtà e dal coraggio. Questo libro è per chi dà nuova vita ai vecchi abiti, per lo sguardo affilato di Clint Eastwood in “Gran Torino”, per chi canta le ninnananne contro gli incubi, e per chi inseguendo il tenue bagliore di una lucciola ha trovato una via d’uscita dal buio della notte più cupa.
Le uscite di mercoledì 12 luglio
Riccardo Renda, Storia dei cinefumetti italiani, Algra
La storia dei “cinefumetti” italiani si articola in singoli episodi diradati nel tempo che, a uno sguardo superficiale, possono apparire lontani dal costituire un fenomeno vero e proprio. Basta però disporli in ordine cronologico per scorgere come essi traccino un percorso, quasi seguissero il filo di un racconto, attraverso il quale è possibile leggere la storia del fumetto italiano e, in trasparenza, cogliere l’evoluzione della cultura popolare e il cammino compiuto dalla nostra società nell’ultimo secolo. Una realtà che, osservando anche il cinema divenuto a sua volta fumetto, mostra il sorprendente dinamismo di una relazione vitale e tutt’altro che effimera.
Le uscite di venerdì 14 luglio
Robert Fisk, Cronache mediorientali, Il Saggiatore
Cento anni di scontri, occupazioni, trasformazioni in Me- dio Oriente e in tutto il bacino del Mediterraneo. Fisk era in Afghanistan quando i russi si battevano contro il terrorismo internazionale» e gli afghani lottavano contro «l’aggressore comunista» e in nome di Allah. Quest’opera non vuole essere una cronologia dei conflitti in Medio Oriente, ma la narrazione di un’unica storia scandita in diverse storie; la testimonianza in presa diretta di una guerra moderna, della difficoltà, della frustrazione, dei pericoli che corre chi è impegnato a stendere la prima versione dei fatti.
Ramon J. Sender, L’avventura equinoziale di Lope de Aguirre, Arkadia
Il Rio delle Amazzoni, le insidie di tribù cacciate dagli spagnoli nel folto di foreste inesplorate e inestricabili, una insaziabile avidità che muove gli uomini verso un destino che sembra segnato. In un mondo crudele, drammatico, sanguinario, Aguirre, il protagonista del romanzo di Sender, è deciso a tutti i costi nel portare a compimento il suo scopo. Dopo aver solcato l’Oceano Atlantico, costeggiato i litorali brasiliani e venezuelani, passando dall’Isla Margarita in direzione di Barquisimeto, il viaggio non è che a un punto di inizio. Tutto quello che accadrà da quel momento in poi sarà esclusivamente il risultato di una vorace cupidigia che spingerà compagno contro compagno, amico contro amico, in uno scontro primordiale il cui premio sarà la sopravvivenza.
Le uscite di venerdì 21 luglio
Niccolò Lucarelli, Le camicie nere in Africa 1923-1943, Mursia
Dichiara l’autore: «Accanto alle Camicie nere che, in Africa come altrove, commisero crimini sui quali è giustamente arrivata la condanna della storia, ce ne furono molte altre per le quali l’adesione al fascismo fu una scelta portata avanti con onestà morale e intellettuale, lontana dalla violenza e dalla tirannia. Come ha notato anche Franco Cardini, per molti di quei militi la camicia nera fu una sorta di bandiera, che garrì con fierezza a Culqualber, a Gondar, sul Mareth e a Enfidaville. Per altri, invece, quella stessa camicia fu una sorta di lasciapassare per commettere nefandi crimini».
Dalle prime operazioni in Cirenaica nel 1923, passando per l’Etiopia e terminando in Tunisia nel maggio del 1943, le vicende legate all’impiego delle Camicie nere nelle colonie italiane sono ricostruite attraverso le testimonianze dei protagonisti, i bollettini militari, i diari storici dei vari comandi e gli articoli di stampa. Niccolò Lucarelli ripercorre i fatti d’armi sia dal punto di vista tecnico, sia dal punto di vista del contesto politico, senza tralasciare quello psicologico e morale; per quest’ultima ragione viene lasciato spazio sia alle voci di quelle Camicie nere fino all’ultimo convinte della necessità della guerra, sia di quelle che proprio in Africa ebbero i primi dubbi sulla giustezza dell’impresa coloniale e del fascismo tutto. Questo volume è una riflessione che prende le mosse dalla nascita della Milizia stessa, per capirne gli scopi e il carattere. Il volume intende essere una trattazione esaustiva dell’impiego della Milizia in Africa, senza tacerne le pagine più buie, inquadrando le vicende nel contesto politico della “guerra fascista”, e approfondendo le condizioni logistiche in cui combatterono gli italiani.
«La Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, i cui appartenenti erano noti anche con l’evocativo e lievemente sinistro nome di Camicie nere, fu istituita dal Regio decreto n. 31 del 14 gennaio 1923 (convertito in Legge 17 aprile 1925, n. 473), un provvedimento con il quale il governo Mussolini puntava a legalizzare, di fatto, la precedente Milizia fascista, cioè le famigerate squadracce che avevano sparso tanta violenza in Italia e altrettanta ne avrebbero sparsa almeno fino al 1926. […] si trattava quindi del braccio armato del fascismo, necessario per respingere gli eventuali sconfinamenti della temuta rivoluzione bolscevica, che in Russia aveva affossato l’impero dei Romanov. I principali compiti della Milizia consistevano nel mantenere l’ordine pubblico e nel vigilare sulla pubblica sicurezza; accanto a questi, doveva svolgerne altri di tipo educativo-militare, quali l’inquadramento, la disciplina, l’istruzione dei gruppi di Balilla e di Avanguardisti, e l’istruzione premilitare dei Giovani Universitari Fascisti. Quando però, pochi mesi dopo, sarebbero nati i battaglioni di Camicie nere, si sarebbero prospettati anche compiti più strettamente militari […]. Il primo impiego di natura militare della Milizia volontaria fu nella guerra di riconquista della Libia, e giunse nel settembre del 1923, a meno di un anno dalla sua creazione, segno evidente dell’impazienza mussoliniana di porre un ulteriore sigillo fascista sulle imprese coloniali italiane.»
Accùra, racconti al profumo di Sicilia scelti da Roberto Mistretta, Mursia
«Il commissario Ibla la guardò storto, prese una fava secca dalla tasca e ci giocò un po’. “A che mese sei?” chiese indicando la pancia della ragazza. ’Nzina si alzò. “Accattu a… luglio.” Lo sussurrò sottovoce, ma Ibla notò che evitava di guardarlo in faccia». Dai vicoli arabi di Palermo che profumano di stigghiole al barocco di Ragusa che sa di mandorle e torrone; dal mar cobalto delle Eolie ai latifondi sterminati della piana di Enna; dall’incanto delle spiagge di Barcellona Pozzo di Gotto ai crinali e alle zolfare dell’agrigentino; dalle piazze di Catania ai vicoli medievali di Manfreda nel cuore sicano dell’isola. Quindici delitti e misteri che si dipanano in posti magici e poco conosciuti della Sicilia. Luoghi bagnati di luce e sale, che profumano di zagara e limoni, di mulini a vento e vulcani, di ex feudi e cattedrali secolari. Racconti che sanno di arancine e granite, di cannoli e fichidindia. E non mancano ragazze dagli occhi saraceni, picciotti e coppole storte. Un viaggio tra giallo classico e noir contemporaneo per scoprire una Sicilia inedita. Paesaggi meravigliosi e viste mozzafiato tra misteri da risolvere e delitti da decifrare.
Giovanna Sgherza, Tutto l’azzurro del mare, Fides Edizioni
Vincent van Gogh: «Il cuore di un uomo è molto simile al mare: ha le sue tempeste, le sue maree e nelle sue profondità ha anche le sue perle»
Questa storia è fatta di tante piccole storie che si intrecciano tra la Francia e la Siria, tutte attraversate da un fil rouge che appare, scompare e riappare come un fiume carsico: il mare. Simbolo della vita nella trionfante ricchezza delle sue sfumature, il mare libera, include, moltiplica. Come l’amore. Attivisti per la Marseille Foundation for Syrian Kids insieme alla volitiva Amal, sorella di lui, Danielle e Jean-Claude si adoperano con slancio per riportare un sorriso sul volto dei bimbi siriani, testimoni e vittime di una guerra furiosa che sta devastando le loro piccole vite. Il sentimento che li unisce indissolubilmente approda e riposa nei dolcissimi occhi scuri di Karim, sette anni, solo al mondo. Come in un magico cerchio, l’amore li avvolge e contiene tutti e tre, vincendo difficoltà e pregiudizi, finché i loro progetti di futuro e di speranza urtano contro un evento drammatico. Ma è solo un’interruzione: come il mare, il flusso dei desideri riprende a scorrere, portandoli dove non avrebbero mai sognato di arrivare. Una storia soave, in cui l’autrice accarezza personaggi e vicende con pensosa e densa leggerezza, affidandoli alle onde e ai colori del mare.
Libro controcopertina, “Un posto difficile da raggiungere” di Gianluigi Bodi, Arkadia
C’è un forte filo conduttore che unisce i racconti che compongono questa raccolta. I protagonisti sono persone che cercano un proprio posto nel mondo senza comprendere fino in fondo quale sia la strada da percorrere. A volte sono in cerca di un lavoro che dia senso a una vita di sacrifici, come in Limonium vulgare, altre volte invece stanno cercando un luogo che li isoli dal resto del mondo e gli permetta di rinforzare legami che si erano allentati come nel racconto Il vecchio in bicicletta. Alcuni hanno perso la luce della ragione, altri sanno che una scelta può salvarli dalla prigionia che si sono autoimposti. Ciò che li spinge ad andare avanti è la consapevolezza, spesso anche solo la speranza, che a pochi passi ci sia qualcosa che porti equilibrio nelle loro vite e le faccia risplendere, qualcosa che tolga loro di dosso la sensazione di essere gli unici a camminare con un passo lento mentre tutti gli altri stanno correndo. “Un posto difficile da raggiungere” osserva queste ricerche spasmodiche da angolazioni diverse, in scenari che dal quotidiano si spingono a sfiorare il surreale e l’horror.
Le uscite di venerdì 25 agosto
Marshall McLuhan, Gli strumenti del comunicare, Il Saggiatore
«Il medium è il messaggio.» Con questa formula – citata e contestata, ripetuta e rimodellata, odiata e osannata – “Gli strumenti del comunicare” di Marshall McLuhan ci interroga dal 1964: una riflessione sulla comunicazione come aspetto specifico della vita umana che è oggi a tutti gli effetti un classico contemporaneo, capace ancora di stimolare analisi e giudizi.
Le uscite di sabato 26 agosto
Libro copertina, “Anna Magnani. Racconto d’attrice” di Chiara Ricci, Graphe.it
Più che una biografia, questo libro è un’analisi intuitiva, critica e psico-emotiva di Anna Magnani. L’autrice mette il proprio rigoroso approccio di ricerca al servizio di un racconto non convenzionale. Superfluo e improduttivo, infatti, sarebbe stato ripercorrere meccanicamente nomi, date, luoghi, titoli (che pure ci sono): si guarda qui alla storia dell’attrice attraverso una prospettiva inedita che permette uno sguardo diretto e nuovo. Il legame fra la Magnani e il teatro – la «migliore scuola» che le fece «spuntare le ali» – è intimo, più viscerale forse di quello con il cinema: è lì che la magnifica attrice riceve il suo primo vero applauso, il primo “brava”, l’inizio di un nutrimento tanto atteso per uno spirito così difficile da “sfamare”. Questa sarà la chiave di lettura dalla quale guardare a tutta la carriera dell’attrice romana. Uno sguardo diretto, nuovo e per certi versi inedito su Nannarella, come era affettuosamente chiamata: il legame tra Anna Magnani e il teatro è, infatti, la principale chiave di lettura dalla quale guardare tutta la sua brillante carriera.
«Quello che mi atterrisce è di sparire da un momento all’altro, improvvisamente, senza sapere chi era veramente la Magnani o, meglio, chi era la piccola Anna. Ma lo so chi era. Una piccola bugiarda che viveva nel sogno per non dover affrontare la realtà. Senza madre, senza padre, mi sono trasformata in formica. Ho recitato la parte dell’aggressiva, ma non lo ero. Di qui le mie collere. Ho recitato la parte della pavida quando invece ero un leone. Di qui le mie collere. Ho recitato la parte della coraggiosa quando invece ero un agnello. Di qui, ancora, le mie collere. Povera pazza! Se oggi dovessi morire, sappiate che muoio ricca perché ho capito tutto questo. Sappiate che le mie collere erano solo rivolte contro di me. Ho anche capito che non ero nata attrice. Avevo solo deciso di diventarlo nella culla, tra una lacrima di troppo e una carezza in meno. Per tutta la vita ho urlato con tutta me stessa per quella lacrima, ho implorato quella carezza… Ma io non so nemmeno se lo sono, un’attrice…»
«Cosa vuol dire essere un’attrice? Io una sera sono in un modo, una sera sono in un altro. Un’attrice dovrebbe essere tutte le sere uguale. Ma io non so giudicarmi. Confesso francamente che se mi chiedessero di dare un’opinione su me stessa, non la saprei dare. La lascerei dare agli altri. Non mi curo mai di quello che sembro, di come gli altri mi vedono. Sono così come la mia vita, le mie esperienze, le mie delusioni, le mie gioie e le mie infelicità mi hanno fatta. Lo sono senza riserve e senza ipocrisie. Donna io, credo di avere dei pregi. Adesso mi faccio un po’ di complimenti. Sono profondamente umana e, anche se non si vede, sento di avere molta poesia dentro, sono molto leale, molto. Basta, no? Pare che basti.»
Scrive l’autrice «“Anna Magnani. Racconto d’attrice” nasce dal mio desiderio di rendere omaggio al talento e alla forza di una donna che ha saputo fare della sua essenza e delle sue fragilità una pura energia vitale. Questo libro, forse più egoisticamente, vuole essere anche il coronamento di un sogno che mi accompagna sin da bambina: quello di «dedicare qualcosa di mio» a questa meravigliosa creatura divenuta attrice che, strano a dirsi, affianca la mia vita sin da quando ho memoria. Credo di poter definire il mio rapporto con Anna Magnani assai insolito».
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