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Dall’omaggio a Isabella Santacroce alla copertina sicula con Michele Burgio e la coppia Germenia-Recupero

I consigli alla lettura di Salvatore Massimo Fazio dal 13 al 26 Maggio

Blog Negli ultimi decenni il papa è sempre stata una figura innovatrice, e Angelo Angelonici racconta Francesco, da poco scomparso. Il Saggiatore ripubblica la leggendaria trilogia dell'incoscienza di Isabella Santacroce, uno scuotimento dell'anima. In copertina due siciliani, da occidente Michele Burgio per Bompiani con una storia intrisa di amara ironia sull'ineluttabilità del male; e a oriente la coppia Germenia-Recupero per Algra con parole e illustrazioni che fanno bene al cuore

Dal Maggio dei libri al Salone internazionale del libro di Torino a onorare la bellezza della scrittura nella nostra copertina, è sempre la Sicilia. Stefania Germenia e Ludovica Recupero, autrici di “Vita di Norina. Una donna del secolo scorso” (Algra) e Michele Burgio con “Il fumo e l’incenso” (Bompiani) sono rispettivamente #librocopertina e #librocontrocopertina. Fuori dalla nostra Isola, il fiore all’occhiello è la ripubblicazione per i tipi de Il Saggiatore della famosissima trilogia dell’incoscienza di Isabella Santacroce.
Ma le novità giungono da ogni parte: dalla ligure Rattaro (Sperling&Kupfer), al toscano Gianetti (Arkadia); dal ritorno di Elisabetta Villaggio (Bibliotheka), passando per Christiane Hoffmann (ExOrma) a Ignacio Peyró (Graphe.it) e come non ricordare chi da poco ci ha lasciato? Papa Francesco è morto e Angelo S. Angeloni lo onora per Armando Editore. E ancora, tantissime novità editate da Morellini, Timecrime, Adelphi, Mondadori, CN-OLIGO, Algra, ancora Il Saggiatore, Nottetempo, Einaudi e Tlon

Arrivederci al prossimo mese.

 

Flashback, i libri già in libreria

Clara Negro, La Giulia dei Morini, Morellini

Giulia Corsani è la più bella della famiglia dei Morini, bionda, alta e sottile, dallo spirito ribelle e ambizioso. A Giulia non piace il lavoro, le piacciono i denari, la vita comoda; per questo motivo sposa Otello Manzi, che ha più del doppio dei suoi anni, ma che la condurrà a vivere a Bologna. E proprio Bologna sarà per la Morina il paese dei balocchi, dove riuscirà a fare la bella vita tra nobili decaduti e borghesi arricchiti, inimicandosi madri, mogli e fidanzate. Giulia fa della sua bellezza uno strumento di potere sullo scenario di un’Italia dove le donne non hanno ancora trovato la propria voce, tra le ombre del fascismo nascente e la gabbia di tradizioni oppressive. Bologna però non è che una tappa: è a Sanremo, infatti, che la Morina troverà la sua strada, sotto le torri del Casinò. Un romanzo storico che intreccia magistralmente temi di emancipazione femminile, passione e ricerca d’identità in un periodo cruciale della storia italiana, dove le tensioni sociali e politiche si mescolano con le aspirazioni personali di una donna determinata a prendere in mano il proprio destino.

Guido Del Monte, Senza filtro, Morellini 

Per Emiliano Spezia, detto lo Spezia, il tramonto del Sol dell’avvenire ha lasciato ombre a muoversi nell’ombra. Lui stesso, ex sindacalista nei postumi della crisi dei derivati, si è cucito addosso il curioso ruolo di riparatore di torti che agisce in proprio e spesso a caso. Stranamente, però, nella sua piccola città di provincia (Viareggio), finisce per portare la risposta, quasi sempre illegale, al bisogno individuale e collettivo di rendere migliore la società. Innescare la conversione di un boss del narcotraffico, riorganizzare un movimento autonomo di bagnini sfruttati, favorire un’attività di bouquiniste gestita da vecchietti e vedere come questo getta nel panico le autorità. Sono queste le avventure de lo spezia e della sua curiosa Kompania nel secondo episodio di una saga per scappati di casa. Non c’è il disegno di un demiurgo, c’è l’esigenza naturale della mutua collaborazione tra frammenti di umanità poco convinti che il mondo debba essere un monopoly videosorvegliato su cui nevica cocaina.

Franco Avallone, Le vergini del commissario Malandra, Exorma

A Leo Malandra e all’assistente Mario Borraccia è stata appena appioppata un’inchiesta che fa tremare la loro città di porfido. Le indagini del commissario Malandra sono un set tragicomico di inquietanti questurini, camorristi ipocondriaci, fossili viventi, criminali d’oltremare, seduttrici, massoni di provincia, femmine di rinoceronte e alcuni morti ammazzati. A Ischia un uomo è stato freddato da almeno cinque ore. Ucciso con una pistola da qualcuno che gli è arrivato alle spalle. Ha sparato tre volte. A bruciapelo. Quello sciagurato senza faccia è stato abbandonato sotto una creatura rarissima che tutti davano estinta da milioni di anni. In Abruzzo, il Venerdì Santo una ragazzina viene trovata morta con lo stiletto argentato sottratto alla statua dell’Addolorata conficcato nel cuore. Durante la processione tra le fila dei confratelli sfilano corrotti, corruttori e poliziotti, colpevoli e peccatori. A ognuno i suoi peccati, e i suoi miracoli. E anche Leo Malandra, lo sbirro abruzzese detto Jîritu (il dito), custodisce il segreto di un prodigio… che non vuole e non può confessare.

Paolo Morelli, La vera vita di Margarito d’Arezzo, artista, ExOrma

Del duecentesco Margarito d’Arezzo si sa poco o niente. Il Vasari nel suo famoso trattato lo chiama Margaritone; si sa che è figlio di un tal Magnano, fabbro, e che è un pittore, anzi, il più importante pittore aretino dell’epoca, “un incantevole caposcuola” secondo il grande studioso Roberto Longhi. Una vera biografia inventata di sana pianta: scenari e ritratti, amici e colleghi, famigliari, personaggi pubblici e cronache private; i dubbi, le infelicità e le gioie, le crisi, gli incontri con i grandi dell’epoca, e su tutti san Francesco.

Quel giorno di alcuni anni fa, per l’autore comincia un viaggio nell’Arezzo del XIII secolo durante il quale scrivere un libro che con l’influenza francescana di Margarito diventerà una prova, un esercizio spirituale di fraternità con il mondo. La tavola dipinta che ha davanti recita: Margaritus de Aritio me fecit. Di fronte a quel ritratto di san Francesco dall’estetica all’apparenza primitiva Paolo Morelli rimane stregato; gli sembra incredibile che non si sappia nulla del suo artefice.

Mentre contempla il dipinto, la persona dell’artista prende vita. Come un cronista medievale il narratore assiste a tutto quello che accade a Margarito, dai primi vagiti alla morte. Comincia a scriverne con una lingua mimetica, una lingua che rende possibile la veridicità, che gli cresce man mano sotto le dita, dettata dalla necessità. Segue la via di Margarito, dall’amicizia con Restoro d’Arezzo (autore del primo trattato di scienza in volgare) alla prima rivelazione nella grotta dove Francesco ebbe le stimmate, alle altre scoperte sui meccanismi del tempo e la sua “visibilità”.

Lo segue negli incontri con un annoiato Federico II e uno scapestrato Guittone, con l’allievo Pietro Cavallini e papa Gregorio X, e quella volta che adottando un corvo scopre i presentimenti di morte. Fin quando l’arrivo del Cimabue sconvolge gli ordini artistici e morali e lo mette in crisi, si ribella alle leggi divine e umane, eppure realizza il suo capolavoro.

Angelo S. Angeloni, Il Giubileo di Francesco. L’addio a un papa diverso, Armando Editore

Il Giubileo di Francesco. L’addio a un papa diverso ripercorre il pontificato di papa Francesco, mettendo in luce la sua straordinaria capacità di rivoluzionare il ruolo del pontefice e di imprimere un segno indelebile nella storia della Chiesa contemporanea. Attraverso una narrazione ricca di aneddoti, analisi e riferimenti ai grandi documenti magisteriali, il volume racconta l’uomo Jorge Mario Bergoglio, la sua vocazione nata “alla fine del mondo”, la scelta gesuitica, la missione tra i poveri dell’Argentina e l’ascesa a vescovo di Roma. Il cuore del libro è dedicato ai due Giubilei indetti da Francesco: quello straordinario della Misericordia e quello ordinario della Speranza, simboli delle due colonne portanti del suo magistero.

L’autore analizza come papa Francesco abbia saputo incarnare una “Chiesa in uscita”, attenta agli ultimi, impegnata nel dialogo interreligioso, nella difesa del creato e nella lotta contro la “cultura dello scarto”. Attraverso gesti semplici e parole forti, il papa ha saputo parlare al mondo con umanità e coraggio, affrontando temi come la pace, la fraternità universale e la necessità di una riforma profonda, spirituale prima ancora che strutturale.

Il libro si chiude con il racconto toccante dell’ultimo periodo di vita di Francesco, il suo addio e il lascito spirituale per la Chiesa del futuro: una Chiesa chiamata a camminare insieme, a valorizzare il ruolo delle donne, a dialogare con la contemporaneità e a non smarrire mai il senso della misericordia e della speranza. In appendice, interventi di mons. Vincenzo Paglia e riflessioni su alcuni scritti del papa arricchiscono ulteriormente il volume, rendendolo uno strumento imprescindibile per comprendere la portata storica e umana di un pontificato che ha saputo parlare al cuore del nostro tempo.

 

Le uscite di martedì 13 maggio

Trilogia dell’incoscienza di Isabella Santacroce/1, Fluo, Il Saggiatore

Starlet ha diciassette anni, i capelli viola e vive a Riccione. È un’estate degli anni novanta «veloce e immortale», e lei e i suoi amici si aggirano per viale Ceccarini esibendo bizzarre acconciature, ciglia metallizzate e scarpe Buffalo con la para altissima, davanti allo sguardo scandalizzato delle famiglie in vacanza.

Starlet, Nina, Moni e Edie abitano in una specie di futuro marzianeggiante e policromatico, un Cabaret Voltaire a cielo aperto parecchio distante dal piattume attuale: un futuro che non sarebbe mai arrivato – e che, come questo libro ormai mitologico racconta, sembra aver raggiunto in quegli anni l’apice della propria espressività. Quando arriva Laura, una modella milanese, Starlet si trasferisce nel suo appartamento, dove fa la conoscenza di tutta una congrega di personaggi estrosi, giovani famelici di divertimento e qualche «older» di troppo.
Due universi paralleli si fronteggiano: quello dei vacanzieri in spiaggia, e quello di chi ogni notte balla sotto la piramide del Cocoricò e vuole farsi scorrere addosso la giovinezza prima che «ogni giorno entri per sempre nella sua pancia».
Anticipando ogni protagonismo da social, l’esordio di Isabella Santacroce ci ha mostrato quel grande show che tutti gli adepti delle subculture hanno realizzato dal vivo, per strada – e di cui oggi si sente più che mai la mancanza. Scritto «su una Olivetti di mio padre di cui funzionavano solo le lettere maiuscole», “Fluo” ha il dono della «primavoltità», come la chiamava Bazlen. Innovativo e brutale, notturno eppure sfolgorante di luce sin dal titolo, Fluo è il libro che ha rivelato il talento e l’unicità di Isabella Santacroce. Il primo capitolo di una trilogia «dell’incoscienza» cui fanno seguito Destroy e Luminal.

Trilogia dell’incoscienza di Isabella Santacroce/2, Destroy, Il Saggiatore

All’uscita di questo libro, nel 1996, Baricco scrisse: «Meglio se le vostre cellule cerebrali non hanno più di quarant’anni, se no rischiate di scivolarci sopra come una mano su una grattugia»

È la storia di Misty, una venticinquenne che si trasferisce dall’Adriatico a Londra per prestare strani servizi a domicilio, praticando voyeurismo con uomini e donne esibizionisti. Si veste di tulle, latex e «tacchi a spillo blu codeina», beve collutorio e si annichilisce platealmente nelle esperienze più estreme – ma anche nel tumulto di una cultura anarchica e antagonista, tra un disco di Courtney Love, un manga, un anime e una sigaretta francese.
È il racconto di un tempo che si è scollato dalla realtà, dove le ore arrivano fino a 27, o a 28, e i protagonisti si muovono in un tableau vivant a metà strada tra Alice nel paese delle meraviglie e un film di Shin’ya Tsukamoto, in un romanzo-playlist che se fosse letto al contrario non perderebbe niente della sua forza. E poi c’è la scrittura di Isabella Santacroce, che modifica ogni regola e la riadatta – al punto che, negli anni, in molti hanno provato a imitare questo modo di narrare le cose, violento ed elegiaco, sincopato e abbacinante.
Secondo capitolo della trilogia «dell’incoscienza», “Destroy” è il romanzo che in Italia ha influenzato più di una generazione di lettori e il più odiato da chi non ha saputo coglierne la forza innovatrice; è il libro che ragazzi e ragazze si portavano ai concerti degli Smashing Pumpkins o di Marilyn Manson, per fare di Isabella Santacroce non solo una scrittrice «incantatoria e stupefacente» come l’avrebbe definita Cesare Garboli, ma un mito da seguire come una cantante rock.

Trilogia dell’incoscienza di Isabella Santacroce/1, Fluo, Il Saggiatore

Questa è la storia di Demon e Davi, diciottenni celestiali e perverse che vivono al contrario. Dormono di giorno e si svegliano di notte, come pipistrelli; lavorano in un night club di Zurigo e assumono il Luminal, potente e leggendario barbiturico con il quale, si dice, sia morta Marilyn Monroe. Sui loro corpi esili ed eterei, che pattinano flessuosamente per le strade gelate, c’è sempre la luna, «così appesa sopra un concerto di David Bowie», centro ipnotico e madre che le ha partorite lasciandole cadere dall’alto. Intorno a loro si muove uno stuolo di viziose creature, o forse un branco di «angeli maldestri». Denise e Paula, ma soprattutto Desdemona, entraîneuse dispotica che prima tenta di manipolarle e poi le costringe a scappare in autostop da una capitale all’altra dell’Europa – in un viaggio al termine reale della notte, in attesa di un’alba di morte che richiama i ventidue suicidi celebri cui il romanzo è dedicato.

Quasi non c’è punteggiatura in questa fiaba oscura dell’anima, di cui il lettore subisce l’incantesimo e il clima gotico; e non c’è, come norma di scrittura, che una ritmica speciale da accogliere come una preghiera mariana, o come una canzone metal, da leggere senza chiedersi niente e dimenticandosi tutto. In questo congedo dal mondo della luce verso la rarefazione dell’immagine e della parola, “Luminal” supera la prova del tempo, ma soprattutto quella di uno spazio – letterario – che dal racconto iperplastico di una realtà violenta e ipermercificata sconfina nel sacro, nel tremendo. Culmine del buio-omega e manifesto di indipendenza artistica da qualunque modello, questo romanzo è il più spietato della trilogia “dell’incoscienza”, di cui fanno parte “Fluo” e “Destroy”. Ma è proprio dal racconto delle esperienze più spaventose che emerge, senza freni né regole, il canto spiegato dell’anima. Se ne esce storditi, con la sensazione di aver visto «oltre».

Sergio Fanucci, L’enigma del Patriarca, Timecrime 

Rifugiatasi a Venezia dopo gli ultimi eventi che l’hanno sconvolta, l’avvocato Elisabeth Scorsese ha deciso di prendersi un anno sabbatico e quale miglior posto in una delle città più belle del mondo. In un giorno di sole, in una passeggiata tra le innumerevoli calle, vede un anziano che sta per scivolare in acqua e si precipita a salvarlo. Lui, grato, le offre un caffè: è l’ex direttore della Biblioteca Marciana, tale professor Sigismondo Altieri, che per sdebitarsi le propone una visita “privata” per il giorno successivo. Elisabeth accetta, intrigata da quell’uomo gentile e d’altri tempi ma anche enigmatico e a tratti spigoloso.

Durante la visita, il professore Altieri le chiede d’incontrare suo nipote, Andrea Spinazzola, in visita in città: possiede una casa d’aste a Londra e ha bisogno di una consulenza legale. Per lei è ora di tornare e la sua vacanza è durata fin troppo, le manca l’azione e il mondo del lavoro. Quando giunge a Londra accompagnata dalla sua fedele assistente Lara, viene a sapere che l’uomo è scomparso e quando riceve un biglietto enigmatico lasciato per lei in albergo proprio da Spinazzola, il mistero si infittisce. Deve lasciar perdere o seguire l’istinto per scoprire cosa nasconde quell’uomo?

Sara Rattaro, Due cuori in tempesta, Sperling & Kupfer

Mia è spezzata da una perdita che ha stravolto per sempre la sua vita. Suo padre, coraggioso vigile del fuoco, è morto davanti ai suoi occhi durante un salvataggio in mare, lasciandola con un vuoto incolmabile e un dolore che si aggrappa alla pelle come la pioggia incessante. Da allora, la ragazza ha tagliato i ponti con il passato da nuotatrice, con l’amica di sempre e con i compagni di scuola. Le sue giornate scorrono tra silenzi, scatti d’ira e pomeriggi in solitaria. Quando conosce Giovanni, enigmatico e pacato, con una macchina fotografica sempre in mano e due occhi che sembrano vedere oltre le apparenze, qualcosa in lei si muove. Anche lui ha le sue ombre e ha smesso di credere che la vita possa offrirgli ancora qualcosa di buono. Ma in quei pomeriggi trascorsi nell’officina abbandonata dello zio, Mia irrompe come un fulmine: incontrollabile, viva, spigolosa. Tra attimi rubati e sguardi carichi di non detto, tra i due nasce un legame tanto inaspettato quanto intenso. E così, mentre cerca una via per riconciliarsi con l’assenza del padre, anche grazie alla nuova amicizia con la sensibile e sfuggente Ella, Mia si ritroverà a fare i conti con il senso di colpa e la paura di lasciarsi andare. Sarà allora che capirà che forse non è sbagliato voler ricominciare a vivere e che l’amore può sbocciare anche nel mezzo della tempesta. Perché a volte è proprio nei luoghi più impensabili che troviamo chi sa tenerci la mano quando tutto il resto va in pezzi.

Luca Ronconi, Gli anni del Piccolo: 1998-2015. Interviste, Il Saggiatore

Tra il 1998 e il 2015, anno della sua scomparsa, la collaborazione tra Luca Ronconi e il Piccolo Teatro di Milano ha dato vita ad alcuni degli spettacoli più geniali e innovativi del teatro europeo contemporaneo. Questo libro raccoglie una serie di interviste in cui il regista approfondisce le oltre trenta opere dirette in quel periodo, rivelando i segreti di bottega e le riflessioni dietro al suo lavoro. Da “La vita è sogno” di Calderón de la Barca a “Lehman Trilogy” di Stefano Massini, passando per sperimentazioni su testi non nati per il palcoscenico come “Lolita” di Nabokov o “Infinities”, Ronconi in queste pagine si trova così ad approfondire i temi della sua ricerca artistica: la metamorfosi dell’identità; la relazione tra vita, sogno e messinscena; il necessario dialogo con i classici.

Ne emerge il ritratto di un artista che ha saputo reinventare il rapporto tra testo e rappresentazione, facendo del teatro uno strumento per leggere e reinterpretare il mondo; ma anche di un insegnante attento, capace di spingere i suoi allievi a trovare sempre una propria voce e a dare forma alle intuizioni più nascoste. Arricchito dai contributi inediti di Sergio Escobar, Roberta Carlotto, Giovanni Agosti e Claudio Longhi, Gli anni del Piccolo è la testimonianza artistica di una ricchissima stagione creativa di Luca Ronconi: un’opera che ci conduce nel laboratorio di un grande innovatore, che ci ha lasciato un nuovo modo di guardare ai testi, agli spazi e alle infinite possibilità della scena.

Yasmina Reza, La vita normale, Adelphi 

Considerata alla stregua di grandi scrittori come Kafka e Singer, autrice di Babilonia e Conversazioni dopo un funerale (editi entrambi da Adelphi), questa volta Yasmine Reza si mette alla ricerca dei fantasmi che popolano le esistenze di tutti noi. I protagonisti di questo libro sono imputati, testimoni e vittime. È così che Yeza ci costringe a osservare la «vita normale» dei suoi personaggi, e che fa da controparte a quella più oscura e assassina, spesso in ombra, che può rivelarsi attraverso piccoli gesti, espressioni impercettibili del volto. Un romanzo sul lato più oscuro dell’umanità.

Paolo Roversi, L’enigma Kaminski, Mondadori 

Torna, in una nuova e sorprendente indagine, l’ultima fortunatissima creatura letteraria di Paolo Roversi, il commissario che nella Milano supertecnologica indaga alla vecchia maniera.
Milano, ancora euforica per il successo dell’Expo, si prepara a brillare sotto le luci di Natale. L’8 dicembre, però, un’ombra scura cala sulla città. Giovanni Ferri, noto e stimato antiquario di Brera, viene ritrovato senza vita in Duomo, al termine della messa dell’Immacolata. Un infarto, a prima vista.
Luca Botero, il commissario insofferente alla tecnologia e dotato dello spirito di osservazione del miglior Sherlock Holmes, è invece certo che sia stato ucciso. Quando l’autopsia conferma i suoi sospetti, l’indagine si accende, perché in tanti potevano volerlo morto. L’attenzione dell’investigatore, però, viene calamitata altrove perché, nelle stesse ore, dal passato riemerge il suo più terribile incubo: Jacek Kaminski.
Lo spietato criminale che anni prima l’aveva quasi ucciso adesso lo sfida a viso aperto. Botero sarà costretto a mettere in gioco la sua stessa vita e affrontare antichi fantasmi, accettando il rischio che gli enigmi del suo avversario siano solo l’ennesima trappola per farlo cadere.

Luigi Trabucchi, Ma io chi sono? Una domanda per aprire una riflessione sull’identità degli uomini e delle donne del nostro tempo, CN-OLIGO 

Ma io chi sono? Una domanda apparentemente semplice, ma che lascia attoniti gli uomini e le donne d’oggi, perché viviamo un tempo in cui si considera più il fare e l’apparire che l’essere. Una riflessione su identità ed essere persona, come singoli e comunità, nelle diverse realtà del nostro mondo, osservando molteplici situazioni, dall’età al ruolo professionale, dall’affettività fino all’identità sociale. Questo libro cerca di mettere in relazione la difficoltà di leggere dentro di sé e di riconoscersi e il conseguente disagio dell’Uomo nell’affrontare la vita individuale e la storia. Non mancano alcune proposte per una ricerca di un cambiamento verso la speranza di una realtà umana nuova, più consapevole, sana e più serena, nonostante le vicende del nostro tempo.

«Leggendo “Ma io chi sono?” mi è venuto in mente “Avere o essere” di Fromm: Luigi Trabucchi ha realizzato una sorta di aggiornamento, ricco di esempi e larghezza di analisi, del testo primigenio. Ma lì ci fa implacabilmente tornare, se non si cerca l’essere, il chi sono si è fatalmente condannati a una non vita, a una rappresentazione di “sé”. E non a un “sé” incarnato nella storia e nella vita, un “sé” realizzato». Dalla prefazione di Roberto Bernabei.

Incipit: «Se guardiamo alla storia dell’umanità ci rendiamo conto che l’umanità stessa è composta da sempre da diversi gruppi di uomini. Alcuni vivono la loro esistenza terrena in modo pacato, per non dire rassegnato alla loro storia di vicende reali senza farsi troppe domande e inseguire grandi obiettivi. Un altro gruppo si attiva per cercare di realizzare qualcosa nella storia, magari sviluppando strumenti e modi per migliorare la qualità della loro vita. Una terza componente si interroga sui perché della propria esistenza terrena e sul significato delle cose e delle esperienze che incontra. In questa ricerca del senso della vita, delle cose, degli eventi una parte importante lo hanno la salute, il comportamento e quindi, facendo una sintesi forzata di questi, il significato del benessere e del disagio psichico. Se andiamo a riesaminare, anche se per sommi capi, la concezione della diversità dei comportamenti umani nella storia, sembra esservi una certa ciclicità».

 

Le uscite di giovedì 15 maggio

Libro copertina, “Il fumo e l’incenso” di Michele Burgio, Bompiani

Il tempo sembra immobile a Serrapriola, minuscolo e sonnolento paese dell’entroterra siciliano dove da sempre tutto scorre uguale a sé stesso: padre Ramacca allena la squadra di calcetto della parrocchia, gli adolescenti del rione – i Megli – vivono la noia, l’amore e forse le prime esperienze con la droga, don Orazio Scuderi mantiene saldi gli equilibri, nell’interesse di tutti. Per il resto, l’evento più clamoroso è la sparizione del crocifisso. Proprio quello restaurato con le offerte dei fedeli, che scatena il disappunto delle anziane comari. Almeno fino a quando, in un pomeriggio qualunque, un ragazzino del gruppo dei Megli scompare.

A indagare sono chiamati il maresciallo Maira e il procuratore Ammirata, i quali non sono così disposti a scoprire una verità che temono scomoda. Anche il disilluso Sergio Vilardo, ex giornalista d’inchiesta ormai votato al quieto vivere, sembra tenersi alla larga. Il suo intuito però non è ancora del tutto sopito, e lo conduce a intravedere una pista inattesa. E a ritrovare l’incoscienza di seguirla. Ma fino a che punto? Una storia intrisa di amara ironia sull’ineluttabilità del male. Una Sicilia torrida e assolata dove tutti sono innocenti, ma niente è innocuo. Una giustizia sghemba che, come nella lezione di Sciascia, è fragile e feroce espressione del potere.

Adriano Di Gregorio, La letteratura italiana raccontata ai ragazzi… e non solo! La prima storia della letteratura non politically correct, Algra

«I libri di solito dividono la letteratura in periodi che pressappoco coincidono con i secoli (Cinquecento Rinascimento, Seicento Barocco, Settecento Illuminismo e così via), come se ci fosse uno stacco tra un periodo e un altro. Poi quando i conti non tornano, per legare le parti, inventano nuove categorie, quelle dei Pre (Preumanesimo, Preromanticismo etc.). Questa suddivisione non soltanto non fa comprendere la continuità delle varie correnti letterarie ma addirittura spezza alcuni autori in due categorie. E non è tutto! Quando inventiamo un contenitore, teniamo conto solo delle caratteristiche dominanti, quelle più famose insomma! Siccome nel Trecento c’è Dante che ha reso famosa la donna-angelo, immaginiamo che tutti nel Trecento abbiano parlato della donna-angelo… niente di più falso. Nello stesso periodo ci sono tante altre cose, opposte a quelle dominanti, che
vengono oscurate». (Dall’Introduzione dell’autore).

Sabrina Francalanza, Caffè amaro, Algra

Un incontro che cambia la vita, un amore non vissuto che resiste alle sfide del tempo e della lontananza. La storia di Rachele e Stefano comincia di fronte a un caffè amaro e li coinvolge, da subito, in un turbine di emozioni a cui non riescono a dare un nome ma che, ne sono certi, renderà indimenticabile il tempo da condividere insieme, scandito dallo spettro di una separazione imminente e da un biglietto di sola andata per New York. Il loro amore, inizialmente acerbo e senza prospettive, si rivelerà presto l’anticamera di un legame indissolubile, il nodo di un filo rosso mosso e ingarbugliato dal destino – a volte amaro, come quel primo caffè – che li condurrà alla scoperta di nuovi e incredibili orizzonti.

Libro controcopertina, “Vita di Norina. Una donna del secolo scorso” di Stefania Germenia e Ludovica Recupero, Algra

“Vita di Norina. Una donna del secolo scorso” racconta la storia di Norina Brenna, una donna calabrese di umili origini che, nonostante le difficoltà, ha trasformato le avversità in opportunità. Cresciuta in una famiglia povera e patriarcale, Norina abbandonò la scuola a dieci anni per lavorare. A diciassette anni rifiutò un matrimonio combinato e fu obbligata a trasferirsi in Sicilia, iniziando una nuova vita. Durante la Seconda guerra mondiale, lottò per la sopravvivenza della sua famiglia e negli anni ’60 emigrò negli Stati Uniti, dove sviluppò le sue capacità imprenditoriali. Tornata in Italia, visse fino a novantanove anni, circondata dall’affetto dei suoi cari. La sua vita, un esempio di resilienza e forza, rappresenta la microstoria che si intreccia con la macrostoria.

 

Le uscite di venerdì 16 maggio

Alessandro Gianetti , L’imbattibile lentezza delle tartarughe, Arkadia

In una Firenze lontana dai flussi turistici e dalle bellezze dell’arte e della storia, Piero Risatti, quarantenne disoccupato, combatte la sua personale battaglia contro le ingiustizie che crede la vita gli abbia posto di fronte. Illuminato dalle parole di un demagogo che pare denunciare le ineguaglianze della società moderna, Piero si butta a capofitto in una singolar tenzone contro tutto quello che – ai suoi occhi – rappresenta il male da estirpare: i privilegi, l’arroganza dei vicini di casa, la povertà, la mancanza di prospettive, persino l’ambito famigliare. Vittima del sistema e al contempo lottatore, il protagonista si immerge in uno scontro senza quartiere convinto di essere il portabandiera di una rivoluzione epocale in cui il suo contributo potrà divenire fondamentale. Ma sarà proprio così?

Simone de Beauvoir e Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir interroga Jean-Paul Sartre sul femminismo, Il Saggiatore 

Nel 1975,  all’apice della loro fama Simone de Beauvoir e Jean-Paul Sartre decidono di riflettere, sulla condizione della donna e sul femminismo. Il risultato è un breve dialogo tanto intimo quanto sincero. Emergono nitide le posizioni di entrambi e le convinzioni comuni e soprattutto le loro divergenze.  Domanda dopo domanda, quella tra i due partner si trasforma così in una discussione serrata in cui si mescolano il piano personale e quello filosofico. Una testimonianza intellettuale di come certe verità siano raggiungibili solo nell’incontro, solo sedendosi uno di fronte all’altro con la mente aperta.

Michela Panichi, La Cecilia, Nottetempo 

“La Cecilia” di Michela Panichi, finalista al premio Calvino 2024, è una storia sull’identità di genere, di crescita e amore, corpo e intimità. La protagonista è la tredicenne Cecilia che durante un’estate a Ischia affronta il passaggio complesso dall’adolescenza all’età adulta. Tutto inizia quando scopre che il suo nome è lo stesso di una specie anfibia, senza genere. È da questo momento che Cecilia inizia a interrogarsi su chi è e chi vorrà essere.

Le uscite di martedì 20 maggio

Alcide Pierantozzi, Lo sbilico, Einaudi 

Cosa vuol dire vivere nello «sbilico» delle cose? Alcide ha quarant’anni, a volte dorme ancora con sua madre, prende sette pasticche al giorno (cinque la mattina e due dopo cena). Considerato «un paziente lucido, vigile, collaborativo, dall’eloquio fluido». È un essere umano «difettoso». I suoi difetti stanno tutti dentro quattro pagine di diagnosi controfirmate da uno dei più famosi psichiatri italiani. Queste le diagnosi: «disturbo bipolare», «spettro dell’autismo», «dissociazione dell’io», «antipsicotici», «pensieri di mancata autoconservazione».

Le uscite di mercoledì 21 maggio

Georgina Orellano, Puttana femminista. Storie di una sex worker, Tlon

Georgina Orellano è una diciannovenne quando diventa una prostituta. Di quest’esperienza, per molte persone stigma sociale, Orellano ne fa uno strumento di rivendicazione femminista. In quest’autobiografia si racconta la realtà della strada. La maternità e la solidarietà fra prostitute viene percorsa. Anche tutta la dignità e il coraggio che ci vogliono per affermare i propri diritti.

Le uscite di venerdì 23 maggio

Carlo Sini, Filosofia e memoria. La vita come scrittura, Il Saggiatore

Cosa significa pensare? In “Filosofia e memoria”, Carlo Sini risponde a questa domanda essenziale con un’opera che è insieme meditazione e racconto. Il pensiero, ci dice Sini, non nasce dal nulla, non inizia da zero: è sempre una risposta a qualcosa che ci ha preceduti. Pensare è ricordare. È questo il nucleo attorno a cui si muove tutto il libro. Non esiste conoscenza senza una memoria condivisa, una lingua appresa, dei gesti ripetuti, una storia in cui siamo già immersi. Il sapere, allora, non è mai disincarnato: nasce dal tempo, dal corpo, dal linguaggio. La filosofia, in questo libro, non è esercizio tecnico o accademico. È una pratica, un’esperienza che riguarda tutti, perché tutti viviamo dentro la memoria.

Le idee non vengono mai da fuori, non si impongono dall’alto: affiorano, si sedimentano, si trasmettono, si trasformano. In questo senso, Sini ci mostra come ogni pensiero sia una risposta che prende forma dentro una relazione. E ricordare non è mai un atto neutro: è scegliere, ordinare, interrogare, dare forma al senso.

“Filosofia e memoria” è un libro che descrive il pensiero come gesto vivente, che si compie ogni volta che proviamo a dire qualcosa che conta. È un invito a ripensare l’origine del sapere non come fondazione astratta, ma come sedimentazione di voci, gesti, affetti. Un testo limpido e profondo. Un libro che ci ricorda che il pensiero non nasce da un atto solitario. Nasce invece da una fedeltà: a ciò che ci ha preceduti, e che ancora oggi ci parla.

Elisabetta Villaggio, Madeira. Storie d’amore in pieno oceano, Bibliotheka

“Le più belle storie d’amore nascono in riva al mare. E se il mare e quello di un’isola, allora sono ancora più intense”. Elisabetta Villaggio, figlia di uno dei più originali e apprezzati comici italiani, dedica la sua nuova raccolta di racconti all’isola portoghese scoperta all’inizio del Quattrocento a circa mille chilometri dalla costa, in pieno oceano Atlantico. I racconti sono frutto di fantasia, anche se alcuni si riferiscono a persone realmente esistite. Il denominatore comune è che sono tutti intrecciati e legati a Madeira. L’isola è una via di fuga lontana dalla terraferma, un luogo sicuro dove la fantasia e la concretezza di intrecciano e dove è possibile nascondersi o cominciare una nuova vita. Proprio come i protagonisti delle storie di Elisabetta Villaggio, che hanno in comune il desiderio di cambiare vita o di rinnovarla. Persino riuscendoci, talvolta.

Dichiara l’autrice: «Sono nata sul mare e il mare ha sempre esercitato un enorme fascino su di me. Potrei stare ore ad ammirare un tramonto sulla spiaggia oppure in cima ad una roccia o anche meglio da una barca. Qualche anno fa ho fatto un viaggio a Madeira, quest’isola europea che è il luogo più lontano dal suo continente ma che di fatto, geograficamente, si trova in Africa. Quindi un’isola piena di magia, di mistero, di luce, di una vegetazione imponente e un mare dai mille colori. Così al ritorno ho deciso di scrivere questa raccolta di racconti dove ognuno dei personaggi aveva, in un modo o in un altro, un rapporto con l’isola. C’è chi si è innamorato, chi ha trovato una pace, chi le proprie radici».

Christiane Hoffmann, Quello che non ricordiamo. Da Rosenthal a Klinghart, 550 chilometri a piedi sulle orme di mio padre in fuga, ExOrma


Il 22 gennaio 2020 Christiane inizia un lungo viaggio a piedi, da sola, che la porterà verso ovest, da Różyna in Polonia fino a Křižovatka nella Repubblica Ceca. Cammina per 550 chilometri attraversando foreste paludose e brughiere innevate: è il tragitto che suo padre, a soli nove anni, ha affrontato nell’inverno del 1945 per fuggire dagli orrori della guerra davanti all’avanzata dell’Armata Rossa. Un’esperienza traumatica che segna la sua vita e quella della sua famiglia. Christiane Hoffmann non si limita alla sua storia familiare ma incrocia in maniera inquietante la nostra contemporaneità. Nei conflitti che abbiamo sotto gli occhi, dall’Ucraina al Territorio occupato della Palestina e tutto il Medio Oriente, la fuga continua a segnare il destino delle persone e di intere generazioni. È un libro commovente. Nei dialoghi intimi con il padre nella solitudine del viaggio, l’autrice ricostruisce il dolore mai risolto della sua famiglia, ma anche quello di tutta una parte del mondo. Lo scopo del viaggio è tornare alla sorgente dell’infelicità, elaborare finalmente il lutto e liberarsi così dalla sofferenza.

 

Le uscite di lunedì 26 maggio

Ignacio Peyró, Anglofilia, Piccolo glossario sentimentale della cultura inglese, Graphe.it

“Anglofilia” è un viaggio affascinante tra parole e simboli della cultura inglese, condensato in un glossario di 50 voci. Dalla libertà alla tradizione, dall’umorismo alle contraddizioni, questo libro esplora miti, storie e curiosità di un’Inghilterra che continua a ispirare e sorprendere. Con un approccio raffinato e personale, offre uno sguardo critico e affettuoso sull’eredità culturale britannica. L’aggettivo “inglese” allude a un’origine, ma per secoli è sembrato riferirsi al prestigio o al merito. Per noi che siamo nati negli anni Ot­tanta era ancora così. Se di una giacca si diceva che era inglese, non c’era altro da aggiungere. Una zuccheriera recava il marchio “Made in England”? Non poteva che avere quella finitura di perfezione che – come lessi molto più tardi – Camba conferiva a tutta la produzione delle isole. L’inglesità, in generale – e fin dai miei primi ricordi – aveva un’associazione naturale con ciò che era ben fatto. Con ciò che esisteva da sempre ed era destinato a durare tutta la vita, come se avesse un’onestà o una solidità costitutiva.

Alessandro Fiesoli, Film bestiali. Noi e gli animali del nostro cinema: cosa ci dicono, cosa simboleggiano, come lo fanno, Graphe.it

Gli animali al cinema non sono solo comparse: diventano potenti simboli per raccontare emozioni, conflitti e cambiamenti della società. In Film bestiali, Alessandro Fiesoli ci guida in un viaggio tra pellicole come Cocainorso, The Lobster, Ratatouille e Lamb, svelandone i significati nascosti. Attraverso una lente originale, il libro esplora temi universali come la giustizia, le trasformazioni urbane, la maternità e i rapporti famigliari. Un invito a scoprire nuove prospettive nel nostro rapporto con il cinema e con il regno animale. È come se a suon di zampe, artigli, becchi e pelo, ci fosse stata ricordata tutto d’un tratto l’importanza della bestia nell’aiutarci a riassumere concetti o fenomeni più o meno complessi, ma soprattutto nel dire qualcosa su di noi, sulla nostra comunità, sul nostro “mondo”.

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