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Cinquant’anni fa moriva PPP, Silvia De Laude lo onora (con Mario Mieli) con il libro copertina “L’invenzione del diverso”

I consigli di lettura di Salvatore Massimo Fazio dall'1 al 15 novembre

Blog Cuzzola, Di Bona e Cantarella omaggiano gli ostaggi calabresi vittime dei nazisti e Franco Battiato, prodromi di un novembre che si apre con una cascata di pubblicazioni eccelse de Il Saggiatore, che onora i 50 anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini, con Mario Mieli, scritto da Silvia De Laude (libro copertina). In controcopertina, Emilio De Marchi e Barbara Baffetti con "Sguardi di Natale" (Graphe.it)

Novembre con belle novità nell’editoria italiana: nasce “Marginalia”, la collana di saggistica della casa editrice I Coribanti. La collana è improntata sull’approfondimento di tematiche sociali e storiche, con finalità non solo di studio dell’attualità, ma strutturata in maniera tale da diventare strumento di interazione diretta con i lettori attraverso attività collaterali. Il primo titolo è della scrittrice reggina Letizia Cuzzola che torna a occuparsi della vicenda degli internati militari italiani (nel 2023 se ne occupò col romanzo storico “Non muoio neanche se mi ammazzano”, Morrone), ha proseguito le sue ricerche fino a creare un censimento dei calabresi internati negli Stalag nazisti.
A due anni dall’uscita per i tipi di Mimesis, Alessio Cantarella – colui che può essere definito la memoria storica del compianto Franco Battiato (quello visto e vissuto col popolo e con la sua gente senza rappresentare l’idolo musicale, lo trovate nei ringraziamenti e anche a collaborare con diversi volumi pubblicati dopo la morte del genio siciliano – torna in libreria con un nuovo volume, illustrato come il primo da Maurizio Di Bona. Anche stavolta per Mimesis esce “Battiato l’artista“: riuscirà come il volume precedente a far sorridere e ricordare quel Franco Battiato così vicino alla gente? Non lo sappiamo, ma lo consigliamo. La musica si afferma anche il 4 novembre: per Bompiani esce “Il pane degli angeli“, della epica Patti Smith.
Valanga d’élite per i tipi de Il Saggiatore: 50 anni dopo la morte di Pier Paolo Pasolini, esce – e si aggiudica il #LibroCopertina – con Silvia De Laude autrice de L’invenzione del diverso. Pier Paolo Pasolini e Mario Mieli. In Controcopertina Emilio De Marchi e Barbara Baffetti con “Sguardi di Natale, Graphe.it: due racconti dalle trame magiche della meraviglia delle festività. A chiosa, seguiamo il debutto di Virginia Spanò: per Giulio Perrone Editore un nuovo ispettore si affaccia nell’editoria italiana.

Arrivederci al 16 novembre!

Flashback ottobrini

Letizia Cuzzola, I figli di nessuno tornano a casa, I Coribanti

Sono 10mila i militari calabresi coinvolti, 10mila uomini segregati per due anni e portati via da una regione già storicamente provata. Nasce così “I figli di nessuno tornano a casa. Internati Militari Italiani: diecimila calabresi nei lager nazisti” – con la prefazione di Francesco “Kento” Carlo e la postfazione di Ippolita Luzzo –: “I figli di nessuno tornano a casa” è una delle scritte che campeggiano sui treni che hanno riportato a casa gli IMI superstiti dei campi di internamento; è un messaggio chiaro che racchiude il sentimento e la frustrazione dell’abbandono in cui hanno vissuto prima, durante e dopo la detenzione. Il saggio è strutturato in due parti: nella prima vi è un percorso parallelo fra la Storia generale degli anni 1943/45 e i passaggi che hanno portato alla definizione dello status di IMI, fino alla descrizione delle procedure e delle condizioni di vita all’interno degli Stalag, per poi passare a un’analisi della società calabrese negli anni della guerra, per meglio comprendere il contesto dal quale provenivano i militari coinvolti. Città per città, provincia per provincia, i dati statistici sono stati elaborati attraverso lo studio e la comparazione dei Registri di rimpatrio redatti dalla Croce Rossa Italiana, delle schede presenti in Lebi-Lessico Biografico IMI e dei documenti conservati presso l’Archivio Arolsen.

Alessio Cantarella e Maurizio Di Bona, Battiato l’artista, Mimesis

Si poteva chiudere, liquidare, esaurire e relegare “l’esperienza battiatica” dentro un solo volume disegnato? Soprattutto dopo aver compreso di aver a che fare non solo con un cantante geniale ma con un universo da esplorare? Ed esplorando-esplorando, si poteva ignorare lasciar cadere il fatto che fosse anche pittore e regista? No che non si poteva! Un’opera(zione) che intende sondare queste due dimensioni del nostro. Perché, fan storici a parte, nessuno poteva sospettare che Battiato, dal 1993 in poi, ogni tanto entrava nel suo studiolo trafitto di luce, tra tele, colori e pennelli, indossava un camice bianco e si trasformava magicamente in Süphan Barzani! Idem per il Battiato che un giorno, forse stanco di dover concentrare suggestioni e racconti in canzoni di soli 3 minuti, decide di mettersi dietro la macchina da presa e comincia a spaziare in assoluta libertà nei 90 minuti ariosi di un film o nei tempi ancor più dilatati di un’opera teatrale. Prefazione di Guidalberto Bormolini.

Giacomo Sartori, Sillabario della terra, Piano B edizioni

Con uno sguardo che intreccia rigore scientifico, sensibilità letteraria e consapevolezza ecologica, Giacomo Sartori esplora il rapporto vitale e spesso trascurato tra umanità e suolo. Strutturato come un alfabetiere tematico, il libro svela le connessioni nascoste che regolano la salute del pianeta, sottolineando la fragilità dell’ecosistema terreno e l’importanza della vita microbiologica e della sostanza organica. Un’opera urgente, originale e necessaria per ripensare radicalmente il nostro approccio alla natura. Con una prefazione di Paolo Pileri e 11 chine originali di Elena Tognoli.

Libro copertina, “L’invenzione del diverso. Pier Paolo Pasolini e Mario Mieli” di Silvia De Laude, Il Saggiatore

L’invenzione del diverso è una conversazione a distanza tra Pier Paolo Pasolini e Mario Mieli attraverso le loro opere e le loro irripetibili esistenze: il racconto dell’incontro mancato tra due delle figure più influenti della cultura italiana del secondo Novecento. È il 2 novembre 1975 quando il corpo massacrato di Pasolini viene ritrovato all’idroscalo di Ostia, e il 12 marzo 1983 quando Mieli si toglie la vita nel suo appartamento di Milano: due scrittori che, pur non conoscendosi e non essendosi mai frequentati, hanno portato parallelamente avanti negli stessi anni una riflessione originale su società, capitalismo e omosessualità, in un rapporto fantasmatico e misterioso. In questo libro Silvia De Laude prova allora a farli dialogare utilizzando Petrolio e Il risveglio dei Faraoni, romanzi postumi che sin dalla prima apparizione hanno sconcertato e scandalizzato l’Italia. Leggendo le due opere «in diffrazione», l’una attraverso l’altra, De Laude rivela così le sorprendenti affinità che caratterizzano due percorsi esistenziali e artistici unici: quello di Pasolini, poeta, scrittore e cineasta tormentato, interprete in prima persona del corpo e del sacro; e quello di Mieli, intellettuale dal carisma travolgente, tra i fondatori del fuori!, uno dei primi movimenti di liberazione omosessuale. Pagina dopo pagina, emerge così il tracciato comune di due autori inconsapevolmente legati da uno stesso impulso a esplorare l’ambiguità, la metamorfosi, l’androginia, e a fare del fallimento una chiave di trasformazione. L’invenzione del diverso ci conduce sulle orme lasciate da Pasolini e Mieli, seguendoli nella loro tragica ricerca di se stessi attraverso l’«altro»: il racconto di come, per raggiungere le verità più profonde e inquietanti del proprio io, sia talvolta necessario lasciarsi cadere, farsi in mille pezzi, e così rinascere infine a nuova vita. In libreria dal 7 novembre

Le uscite di martedì 4 novembre

Ian McEwan, Quello che possiamo sapere, Einaudi

Nel 2119, lo studioso Thomas Metcalfe indaga sull’esistenza di un poema perduto, La Corona per Vivien, composto nel 2014 dal poeta Francis Blundy per la moglie. L’opera fu recitata una sola volta durante un leggendario banchetto, poi scomparve senza lasciare traccia. In un mondo post apocalittico devastato dal Grande Disastro e da un’inondazione, Metcalfe intraprende una caccia al tesoro letteraria tra archivi sommersi e memorie del passato. La sua ricerca rivelerà passioni, segreti e un crimine rimasto impunito. McEwan intreccia in questo romanzo riflessione storica e futuro distopico, nel tentativo di riscattare il presente e di offrire ancora una speranza per il futuro.

Paolo Danise, Di viaggi e di altri sogni…, Giuseppe De Nicola Editore

C’è un momento, prima o dopo ogni partenza, in cui il viaggio inizia davvero. Non coincide con il movimento esterno, ma con un cambiamento interiore, fatto di attese, respiri, incontri. Non coincide con la chiusura della porta di casa, né con il primo passo su un treno o su un aereo. Accade prima, o magari poco dopo, quando qualcosa dentro di noi inizia a muoversi. Il viaggio prende forma piano, fatto non solo di strade da attraversare o confini da superare, ma di attese, respiri sospesi, incontri imprevisti. “Di viaggi e di altri sogni” nasce in quell’attimo sospeso in cui la realtà lascia spazio allo stupore. Le fotografie non mostrano solo luoghi, ma raccontano emozioni: una luce che cambia, un volto intravisto, il silenzio di una montagna, il caos di un mercato, uno sguardo che resta. Sono frammenti di tempo e sensazioni, appunti visivi di un viaggio esteriore e interiore. Questo libro è un invito a rallentare, osservare, lasciarsi guidare dalla meraviglia del cammino. Perché viaggiare è sognare da svegli. E ogni sogno – come ogni fotografia – custodisce qualcosa che merita di essere ricordato.

A.J. Liebling, La scienza dolce. Il mondo della boxe, Il Saggiatore

Al di là del suono dei guantoni che colpiscono il volto, al di là delle urla della folla, delle gocce di sudore che brillano sulla pelle, del sangue che scende sugli occhi, del respiro che esplode nel petto, al di là cioè di tutto il dolore e la violenza, quel che resta sul ring è solo una immensa dolcezza. La scienza dolce è il racconto epico della boxe delle origini: un viaggio tra palestre polverose e sacchi sfondati inseguendo l’umano nella sua essenza più vera e barbarica. C’è qualcosa di malato nel trascinarsi dall’altra parte della città e pagare un biglietto per guardare due uomini all’interno di un quadrato di corde picchiarsi selvaggiamente fino a perdere coscienza. Però, come nel fuoco che attrae la falena fino a divorarla, in quello spettacolo c’è, per molti di noi, anche qualcosa di necessario. È stata questa necessità a condurre A.J. Liebling ai quattro angoli del globo per assistere a combatti-menti immortali e zuffe da quattro soldi, immergendosi nelle storie dei pugili che aveva davanti: dall’anonimo peso piuma irlandese Billy «il ragno» Kelly, che una sera rischiò di diventare re d’Europa, al campione Joe Louis, costretto a tornare a combattere dopo il ritiro per pagare i suoi debiti; dall’inarrestabile corsa di Rocky Marciano verso la cintura dei pesi massimi alla sorprendente vittoria per KO di Sugar Ray Robinson contro l’implacabile Randy Turpin. Con la meticolosità del rapsodo che evoca genealogie di picchiatori e la fame insaziabile del drammaturgo per l’agone e la tragedia, in queste pagine Liebling ci invita a sederci al suo fianco mentre commenta l’ascesa e il declino di leggende viventi e umili boxeur, trattando tutti con la medesima considerazione: perché, in quella «dolce scienza» che è il pugilato, chiunque si sottoponga all’ordalia dell’incontro
merita rispetto; e chiunque si offra al massacro del ring merita compassione.

Patti Smith, Il pane degli angeli, Bompiani

“Dio sussurra attraverso una piega della carta da parati” scrive Patti Smith in questo indimenticabile racconto della sua vita. Ripercorre l’infanzia nel secondo dopoguerra in un complesso residenziale fatiscente, dove entriamo nel mondo immaginario di una bambina speciale. Smith, capitano del fedele e amato esercito di fratelli, affronta i bulli, dialoga con il re delle tartarughe e va in cerca dei sacri penny d’argento. Il più intimo dei memoir di Smith, Il pane degli angeli ci accompagna attraverso l’adolescenza, quando si manifestano i primi bagliori di arte e romanticismo. Arthur Rimbaud e Bob Dylan affiorano come modelli creativi mentre lei inizia a scrivere poesie, poi testi di canzoni, e arriva a fondere entrambi in brani iconici come Horses, Wave ed Easter. Patti Smith si lascia tutto alle spalle quando sposa il suo unico vero amore, Fred “Sonic” Smith, con cui costruisce una vita di devozione e avventura su un canale a St. Clair Shores, nel Michigan. È lì che crea finalmente una stanza tutta per sé: un tavolo basso, una tazza persiana, un calamaio e una penna, rifugio che all’alba diventa il suo spazio per la scrittura. Le notti della coppia scorrono a bordo della loro Chris-Craft senza sbocco sul mare, tra mappe nautiche e nuove rotte da immaginare, mentre insieme diventano famiglia. Una serie di perdite laceranti segna la sua esistenza. Dolore e gratitudine si intrecciano negli anni dedicati alla cura dei figli, alla ricostruzione di sé e, infine, al ritorno alla scrittura: unica costante di una vita guidata dalla libertà artistica e dal potere dell’immaginazione di trasfigurare il banale in magico, il dolore in speranza. È nelle pagine finali che ritroviamo Smith sulla strada: la vagabonda che viaggia per sintonizzarsi con la propria interiorità, che vive per scrivere e scrive per vivere.

Le uscite di mercoledì 5 novembre

Michele Orti Manara, Le maschere del massacro, Racconti

Primo giorno di scuola, quarta liceo, città di provincia negli anni novanta. L’anno alle porte non sembra preannunciare niente di diverso dall’incrollabile monotonia del passato, quando l’appello della professoressa di matematica, come una formula magica, evoca improvvisamente l’arrivo di una nuova compagna di classe. Vestiti scuri, orecchie appuntite, un triangolo di piccoli nèi sotto l’orecchio destro, capelli di un rosso acceso e innaturale, fin dal nome e dall’aspetto l’apparizione di Zoe afferma subito la sua totale distanza da tutto il resto, l’idea che venga «davvero da un altro pianeta». In poco tempo se ne invaghiscono tutti, ma soprattutto se ne innamora un diciassettenne qualunque, non il più bello né il più intelligente, a cui la nuova arrivata accorda imprevedibilmente un’apertura, la possibilità di un rapporto. I due ragazzini inziano a frequentarsi, e benché Zoe sia tutt’altro che intrattabile o scandalosa, come vorrebbero le maldicenze che iniziano a offuscarne la reputazione, starle vicino si impone sempre più come un compito arduo e forse al di là delle capacità e delle certezze di un adolescente. Una villa immensa, l’onnipresenza di un maggiordomo importuno, un passato nero e indecifrabile che pare proiettare di continuo ombre cinesi sul futuro, non fanno che infittire il mistero di una personalità mai totalmente avvicinabile, di un’intimità sempre più agognata e irraggiungibile. Fino al limite della frustrazione… Saltabeccando fra i ricordi di un anonimo narratore, come a voler rintracciare l’inizio della fine, Orti Manara rovescia la spensieratezza tipica del teen drama dipingendo un interrail anti-generazionale che rimodula le tonalità tipiche della novella onirica mitteleuropea. Le maschere del massacro è un viaggio del destino labirintico e sul crinale dell’età adulta in cui sono i simboli a segnare la via e quasi nulla è davvero come sembra.

Luca Tosi, Oppure il diavolo, Terrarossa Edizioni

Ci sono disgrazie nella vita che possono imbastardirti l’anima e i pensieri: Natale ne ha avute almeno due, una madre manesca e insofferente e vivere a Poggio Berni, frazione di molte dicerie e pochi abitanti – riuscirà a metterseli contro tutti e a escogitare poi vendetta. È lui stesso a raccontarci questa storia dalle conseguenze impreviste e dai desideri indecifrabili, con una voce ironica che sa mostrarci il mondo e i sentimenti come non abbiamo mai pensato possano essere. Con questo personaggio in bilico tra la rovina e il riscatto Luca Tosi rivela le ferite del pregiudizio, i suoi effetti. E se qualcosa non torna, ci dev’essere lo zampino del demonio, c’è da scommetterci.

Ilaria Matteoni, La terra tersa, effequ

Sul finire dell’aprile del 2078, in un mondo svuotato dalla presenza umana, una donna sopravvissuta – anziana, alta, custode di corpi e memorie – affida alla scrittura l’ultimo esercizio possibile: il racconto di sé. Giorno dopo giorno annota visioni, perdite, piccoli gesti domestici e grandi assenze. L’eco delle figlie, della sorella, della madre – dei vivi e dei morti – popola il silenzio di una Terra che non ha più testimoni. In questo spazio abbandonato, la parola diventa gesto di custodia, strumento di cura, testamento e reinvenzione. La sua lingua affiora dagli scarti del mondo che abita: è poetica, ma corrosa; calda, ma stanca; densa come ciò che è rimasto. Seguiamo con lei un diario post apocalittico in cui il collasso ambientale fa da sfondo a un’intima, struggente resistenza. Perché qui, in questo mondo lirico e radicale, sopravvivere significa ricordare. E ricordare significa resistere.

Le uscite di venerdì 7 novembre

Virginia Spanò, Profumi e graffi. La prima indagine dell’ispettore Greco, Perrone

«Non aveva mai amato il vento perché il vento, a lui, aveva fatto tanto male»

Un romanzo sull’abisso che c’è dentro ognuno di noi. Andrea Greco, un giovane ispettore di origini siciliane da pochi mesi in servizio ad Ascoli Piceno, si trova ad affrontare una serie di brutali omicidi. Una fitta e intricata trama che prende spunto da un’antica leggenda, quella del lago di Pilato, a cui fa da cornice lo splendido e al tempo stesso inquietante scenario dei Monti Sibillini. Ma oltre ad affrontare il male che lo circonda, Andrea Greco dovrà anche combattere i demoni che si annidano nella sua anima. Lo scorrere degli eventi si intreccia con il suo vissuto. Il presente si lega al passato e viceversa. La Sicilia, la sua terra, fa capolino spesso. La ritroviamo nei suoi incubi, nei suoi ricordi, nei sussurri e nelle urla che solo lui può sentire. Profumi e graffi.

Piera Rampino, Il morto presunto, Alcatraz

Un’indagine lucida nelle crepe della famiglia, un luogo fatto di silenzio, risentimento inespresso e complessi nodi psicologici

Cosimo Praticò ha una vita normale. Ha una moglie, un figlio, una figlia, e un impiego a tempo indeterminato nella pubblica amministrazione. È un normale lunedì di lavoro quando scopre che la sua data di morte è stata inserita nel database che consulta abitualmente, e che l’evento si sarebbe verificato di lì a quattro giorni, venerdì. Convinto si tratti di una svista temporanea, non fa nulla per correggere l’errore. Ma l’amministrazione non commette errori, e di lì a pochi giorni si troverà impegnato in una lotta contro il suo stesso datore di lavoro, arrivando alla scelta estrema di intentare una causa legale per dimostrare di essere ancora in vita. Intanto in casa la situazione precipita: suo fratello Ettore abbandona la moglie e si trasferisce in casa di Cosimo. La moglie Franca segue i grotteschi consigli del medico di famiglia e lo allontana dalla stanza matrimoniale. Il figlio Antonio e la figlia Giulia gli risultano sempre più lontani e alieni. L’amministrazione avvia il procedimento per pagare la reversibilità della pensione a Franca. L’assicurazione sulla vita contratta pochi giorni prima della presunta morte si rifiuta di pagare la somma a Franca, beneficiaria. In questo romanzo familiare, Rampino usa l’assurdo per raccontare una cacciata dal paradiso, ma lascia sempre un interrogativo al lettore: paradiso per chi? Ognuno dei suoi protagonisti ha un’idea diversa di quale sia il paradiso da ricercare, quale sia la felicità che ne deriva, e cosa è disposto a fare per ottenerla.

Gian Mario Villalta, Voce. Per una poetica della lettura, Vallecchi

Dalla nascita del linguaggio fino all’incanto del ritmo, Gian Mario Villalta attraversa lo strumento primario della poesia: la voce, nella sua dimensione corporea e metafori­ca. Dettatura interna dell’autore e legame profondo che il lettore instaura con il testo, la voce diviene un’occasione conoscitiva e interpretativa. La lezione di Platone e le scoperte delle neuroscienze incontrano le parole dei grandi poeti, per rileggere in modo nuovo la letteratura del passato e di oggi. Con la confidenza profonda del po­eta e la chiarezza dell’insegnante, Villalta consegna una riflessione da sperimentare anche in aula, come prezioso laboratorio didattico per la lettura poetica a voce alta.

Alexis Wright, Meritoria, Il Saggiatore

Libro candidato all’International Dublin Literary Award 

Con Meritoria, attraverso uno stile narrativo che mescola mito, realtà e storia, l’autrice australiana, Alexis Wright celebra la capacità di sopravvivenza culturale e spirituale delle comunità aborigene. Il romanzo è ambientato in una remota cittadina ricoperta da una perenne foschia che si fa metafora di tutto ciò che non va in quel luogo; la trama segue le vicende della famiglia Steel, che vive sotto un programma simile al programma di intervento sul comportamento degli aborigeni del governo federale australiano del 2008. Il padre, Cause Man Steel, vede incombere una crisi da “fine del mondo” e sta sviluppando un piano per salvare il suo popolo attraverso un modello di risparmio energetico basato sullo sfruttamento degli asini selvatici. L’uomo compie una specie di moderna odissea attraversando il paese per attuare il cambiamento, come una sorta di Don Chisciotte mo-
derno. Pur servendosi di una storia di finzione la scrittrice traccia un parallelismo spietato con la realtà, mostrando le possibili derive della società australiana. E mentre affronta temi complessi legati alla cultura, all’identità e alla resistenza delle comunità indigene, raccontando di come queste persone abbiano trovato dignità in un mondo che spesso tenta di opprimerle e margina-lizzarle, esplora anche questioni globali come il cambiamento climatico, il colonialismo e la giustizia sociale. Al centro dell’o-pera, tra storie personali e collettive, c’è la forza della comunità e il potere della narrazione come mezzo per mantenere viva la memoria e la tradizione di un popolo. Facendo oscillare la storia tra tragedia e farsa, con un uso sapiente dell’ironia e della satira, un linguaggio denso e stratificato, abbiamo tra la mani una lettura che coinvolge profondamente, apre la mente, arric-chisce e ci trasforma sfidando le nostre idee sul mondo.

Olivia Laing, Specchio d’argento, Il Saggiatore

Ciò che non si vede di un film è tanto importante quanto il film stesso. Su quello specchio d’argento che è lo schermo ogni cosa avvenuta durante le riprese lascia traccia. È quasi senza accorgersene che nel settembre del 1974 il giovane Nicholas, studente d’arte in fuga da Londra, si immerge in questo mondo di lustrini e illusioni. A Venezia incontra Danilo Donati, il geniale costumista e scenografo impegnato in quei giorni a disegnare i bozzetti per il Casanova di Fellini, e i due iniziano una relazione che ben presto li trascinerà a Roma, a Cinecittà, sul set. Per Nicholas è una folgorazione. Attraverso i suoi occhi scivoliamo come in un sogno tra calli di cartongesso e gondole di polistirolo, mentre attorno si aggirano, assieme ad attrezzisti, elettricisti e
montatori, un allampanato e confuso Donald Sutherland in marsina rosa e un perennemente collerico e insoddisfatto Federico Fellini. Ma Roma significherà soprattutto l’incontro con Pier Paolo Pasolini, e con il progetto inquietante e impossibile che lo ossessiona. Attratti dal suo carisma e dalle sue visioni, Nicholas e Danilo lo seguiranno nella realizzazione di Salò, accom-pagnando il regista nella sua ricerca dell’abisso; fino al punto in cui Pasolini affronterà il suo destino, sulla spiaggia di Ostia, il 2 novembre 1975. In Specchio d’argento Olivia Laing dà vita a una favola nera sul lato nascosto del cinema: una storia d’amore e celluloide nutrita dagli incubi degli anni di piombo e dai misteri che li hanno infestati; da tutti quei desideri seppelliti così in fondo dentro di noi da farci marcire.

Le uscite di lunedì 10 novembre

Fabio Lombardi, L’esercito delle carriole, Mursia

Leonida Lucomagno, ex giornalista fuggito sull’isola croata di Susak dopo una condanna per aggressione, si ritrova a indagare sulla misteriosa scomparsa di Thomas, un pescatore locale dal passato controverso come coltivatore illegale di marijuana e leader del movimento per la legalizzazione della cannabis. Le indagini di Leonida lo trascinano in un vortice di pericoli: tra ex militari alla ricerca di vendetta, spregiudicati rappresentanti di case farmaceutiche e narcotrafficanti, le sue azioni attirano anche le attenzioni di Pentesilea, la carismatica leader di un’organizzazione europea che offre supporto alle vittime di violenza maschile. La chiave di tutto risiede in un passato lontano: l’assedio di Vukovar, le vicende legate all’enigmatico “esercito delle carriole” e le conseguenze delle decisioni di Pentesilea nel dopoguerra. Tra complotti e rivelazioni scioccanti, Leonida dovrà confrontarsi non solo con i suoi demoni personali, ma anche con una verità scomoda che rischia di travolgere tutti.
Un “noir esistenziale”, in cui hanno prevalenza tematiche storiche (guerra dei Balcani e crimini etnici), diritti civili e violenza contro le donne, legalizzazione della Cannabis e narcotraffico, lobby farmaceutiche. Centrale il racconto dell’infanzia dei personaggi, il passato ha lasciato ferite non rimarginate che ne influenzano le azioni e per alcuni di loro costituisce una crescita spezzata dalla violenza.

Gennaro Capoluongo, Dalla parte giusta, Mursia

La testimonianza di un uomo che ha dedicato la sua vita al servizio dello Stato e della legalità. L’Autore, già esperto per la sicurezza presso la Rappresentanza Permanente d’Italia all’Onu, descrive lo spirito di servizio e dedizione con cui le forze dell’ordine adempiono al loro dovere. E’ un “libro sugli eroi sconosciuti” – dichiara l’Autore, cioè le donne e gli uomini che ogni giorno mettono a rischio la loro vita

La sicurezza non è solo ordine pubblico: è benessere sociale, fiducia nello Stato, speranza nel futuro. Con questo spirito Gennaro Capoluongo, uomo delle istituzioni e investigatore di lungo corso, ci conduce dietro le quinte del lavoro quotidiano delle forze di Polizia. Attraverso una raccolta di memorie autentiche, il libro racconta il volto umano della legalità: storie di agenti, funzionari e collaboratori che operano nell’ombra con coraggio, dedizione e profondo senso civico. Dalla lotta alla criminalità organizzata in Italia alle missioni internazionali contro il terrorismo e i traffici illeciti, passando per esperienze presso Europol, Interpol e Nazioni Unite, Capoluongo restituisce uno spaccato vivido, emozionante e inedito di chi lavora per proteggere i più fragili. Un libro necessario, per comprendere quanto la sicurezza di un Paese sia intrecciata al valore degli uomini e delle donne che la garantiscono. Perché essere “dalla parte giusta” non è un motto: è una scelta quotidiana. «Ai giovani, sui quali nutro grandi aspettative per il futuro del nostro Paese, dico che la sicurezza della collettività, bene assoluto per una convivenza pacifica e rispettosa dei diritti, si declina soprattutto attraverso le condotte quotidiane di tutti noi…quella che mi piace definire l’etica dei comportamenti» (Gennaro Capoluongo)

Le uscite di mercoledì 12 novembre

Rebecca Ley, Dolce il frutto, aspra la terra, Tlon

In una Londra allo stremo, soffocata dalla fame, dalla siccità e da un regime autoritario che ha rovesciato la monarchia, sopravvivere è diventato un privilegio per pochi. Mathilde, fuggita dalla Francia, si guadagna da vivere cucendo abiti per le mogli dei potenti. Quando riceve per caso un invito ai sontuosi banchetti segreti in cui i parlamentari del nuovo governo divorano tutto il cibo che resta, incontra Jaminder, una pianista, anche lei venuta da lontano. Insieme scopriranno il prezzo da pagare per sedersi a quella tavola. E se i loro corpi diventano presto oggetto dell’ingordigia del potere e delle sue politiche di natalità forzata, in un mondo dove tutto è razionato — il cibo, l’amore, la libertà —, le due donne stringono un legame ribelle che è più dell’amore. Con Dolce il frutto, aspra la terra, vincitore del Not the Booker Prize, Rebecca Ley firma un romanzo distopico, intenso e poetico su un’umanità che ha voluto dominare la natura e ne paga il prezzo. La dolcezza appartiene ai piccoli gesti, al ricordo, alla speranza; l’asprezza, alla terra e al potere che l’ha resa sterile.

Le uscite di venerdì 14 novembre

Károly Kerényi, Gli dèi della Grecia e Gli eroi della Grecia, Il Saggiatore

Gli dèi e gli eroi della Grecia di Károly Kerényi, tra i fondatori degli studi moderni della mitologia greca, è un classico della storia delle religioni e degli studi sull’antichità. Uno strumento di conoscenza senza tempo che oggi proponiamo in due volumi, riccamente illustrati da Elisa Talentino e Sarah Mazzetti, per scoprire, accompagnati dalle immagini evocative di dei ed eroi quali sono le loro storie, e cosa si cela dietro ogni mito. Kerényi racconta gli antichi miti in una forma astratta dal tempo storico, e in cui le intenzioni e i significati dei testi mitologici sono letti in chiave archetipica, offrendo una chiave di lettura per la nascita della civiltà.

Alvy Ray Smith , Pixel. Una biografia, Il Saggiatore

Dietro alla storia di un cowboy giocattolo che fa amicizia con un astronauta di plastica, a un tramonto fotografato in vacanza per essere condiviso sui social e al videogioco con cui ammazziamo il tempo mentre aspettiamo il bus, c’è un’unica incredibile «molecola», capace di sintetizzare in sequenze di numeri l’immaginazione umana: il pixel. Alvy Ray Smith, cofondatore di Pixar e due volte premio Oscar, ce ne racconta l’evoluzione, dalle prime teorie informatiche alle animazioni digitali del futuro. Ripercorrere la storia del pixel significa ripercorrere la storia delle immagini per come le conosciamo oggi. Smith ci porta a osservare da vicino quel momento rivoluzionario in cui tutto ciò che rappresentava la nostra cultura visiva e il suo supporto – inchiostro, carta, pellicole, tempere, fotografie, film, televisione – si è trasformato in un oggetto immateriale composto di bit e pixel, mostrandoci come questo passaggio abbia mutato radicalmente il nostro modo di pensare, vedere e creare. Partendo dalla descrizione delle onde di Fourier, dal teorema di Kotel’nikov e dalle macchine di Turing – i tre pilastri da cui nasce il pixel – questa biografia ci conduce, tappa dopo tappa, attraverso i laboratori segreti dove si assemblavano i primi colossali «calcolatori» e gli studi dove si realizzavano cartoni animati a ritmo continuo, fino ad arrivare alla nascita di Pixar, DreamWorks, Blue Sky e al leggendario Toy Story, il primo film d’animazione interamente in computer grafica. Pixel è una straordinaria avventura di inventori visionari e intuizioni brillanti, aneddoti divertenti e dettagli tecnici sviscerati con perizia: di persone convinte che per rendere visibili e concrete le proprie fantasie e quelle degli altri bisognasse passare da qualcosa di così invisibile e incorporeo da assomigliare a un sogno.

Atossa Araxia Abrahamian, Dove si nascondono i soldi? Come i più ricchi derubano il pianeta, Il Saggiatore

Esiste una mappa invisibile del mondo, parallela a quella dei nostri planisferi e capace di modificarne i confini: una geografia segreta al cui interno gli stati svaniscono e le leggi si piegano al volere di chi ha abbastanza denaro per riscriverle. Dove si nascondono i soldi? ci guida a scoprire come i potenti hanno trasformato il pianeta in una costellazione di eccezioni legali che sfidano ogni principio di giustizia e cittadinanza. Per raccontare questa realtà «alternativa» e concreta, Atossa Araxia Abrahamian deve seguire le rotte del capitale lungo i corridoi legali e illegali che lo proteggono da qualunque controllo: dalle banche private svizzere ai porti franchi che celano miliardi in opere d’arte, dalle zone economiche speciali che sorreggono interi pil alle bandiere di convenienza che liberano l’industria marittima da ogni responsabilità, fino alle nuove utopie extraterrestri – soggette a regimi di tassazione propri – come il regno spaziale di Asgardia. Di conto cifrato in conto cifrato Abrahamian ci rivela così con evidenza inquietante come questo impero sommerso e opaco sia oggi diventato l’impalcatura stessa che sorregge il capitalismo globale, costellata di enclavi extraterritoriali, città in concessione e prigioni offshore dove la sovranità si compra e si vende: un insieme di agenti anonimi che operano solo per il profitto personale, causando ovunque disuguaglianze economiche, sfruttamento dei più deboli, erosione dei diritti sociali, devastazione ambientale, crisi della democrazia. Dove si nascondono i soldi? ci mette davanti a questo universo in filigrana, mostrandocene i dettagli e le increspature, costringendoci al confronto con una domanda che non possiamo più permetterci di ignorare: fino a che punto possiamo tollerare un mondo in cui le regole valgono solo per chi non ha il potere di cambiarle?

Philip Marsden, Sotto un cielo di metallo. Un viaggio tra i minerali, l’avidità umana e le meraviglie del nostro pianeta, Il Saggiatore

Lo sviluppo tecnologico, anche quello più rudimentale, ha portato l’uomo a convincersi di poter deviare il flusso dell’universo a suo piacere, in base ai suoi obiettivi. L’estrazione e la lavorazione delle risorse interne al nostro pianeta non hanno fatto altro che rafforzare questa convinzione e quelle che in un’epoca erano semplici rocce sono diventate elementi essenziali nell’epoca successiva: l’ocra ha spinto per la prima volta gli esseri umani a esprimersi nell’arte; lo stagno e il rame hanno contribuito a dare vita all’Età del Bronzo e poi alla Rivoluzione Industriale. Inizialmente utilizzati per oggetti di tutti i giorni, oggi i metalli orbitano intorno al nostro pianeta sottoforma di satelliti, corrono per centinaia di chilometri lungo i fondali oceanici intrecciati in cavi che trasmettono dati e ci permettono di comunicare tra noi. Il suolo terrestre si è rivelato essere un forziere ricco di risorse preziose, ma tutte le cose hanno un prezzo: la scarsità di alcuni metalli ha messo l’uomo contro se stesso, promuovendo le disuguaglianze e premiando l’avidità. Sotto un cielo di metallo ripercorre le straordinarie conquiste e le oscure conseguenze della nostra capacità di estrarre dalla Terra ciò che desideriamo, presentandoci una nuova prospettiva sulla storia europea e sul nostro rapporto con la natura.

David Chandler e Raffaele Mellace, Opera tra due mondi. Vita, musica e teatro di Italo Montemezzi, Il Saggiatore

Chi era Italo Montemezzi che compose nel 1913 un’opera, L’amore dei tre re, che per decenni ha mantenuto un posto stabile nel repertorio internazionale, spesso considerata superiore a qualsiasi opera di Puccini? Perché L’amore dei tre re, che portò al successo il suo compositore anche negli Stati Uniti, dove Montemezzi risiedette fino al ‘49 e l’opera fu rappresentata più volte con grande riscontro di pubblico e di critica, viene oggi eseguita molto meno? Perché il fascino potente di quest’opera è calato? E perché Montemezzi, negli anni venti, trascorse molto tempo senza proporre in pubblico della musica nuova, perdendo così la sua occasione di affermarsi come erede di Verdi, riconoscimento invece affidato di Puccini? Combinando biografia, analisi musicale e studio della ricezione, l’opera di Chandler e Mellace affronta tali questioni per offrire ai lettori tutti gli strumenti per comprendere il ruolo di Montemezzi nella storia dell’opera, approfondendo la sua carriera nel contesto dei cambiamenti che interessarono la musica, il teatro e la società italiani dell’epoca.

Louise Glück, Vita nova, Il Saggiatore

Al centro di Vita nova c’è una rinascita, una primavera dolceamara che sboccia dal terreno scuro del dolore e della perdita. La protagonista di questa raccolta è una donna che esce da un amore esaurito, che attraversa la rottura e la penosa spartizione degli oggetti posseduti dalla coppia, che si confronta con errori e traumi della gioventù e riflette sull’autenticità delle emozioni di un tempo. Persa tra i ricordi e il presente, naviga il tormento accanto a Didone, cammina con Euridice tra la luce e l’oscurità e osserva con Francesca quanto a lungo può ardere il fuoco di un amore eterno. Scopre così che le eroine del mito e della letteratura sono parte del suo – come del nostro – alfabeto interiore: veicoli di sentimenti impossibili da esprimere senza il loro ausilio. Intensa ma sempre asciutta e levigata, la poesia di Louise Glück fonde il mondo reale e quello simbolico per raccontare esperienze personali e al contempo universali. Queste pagine dipingono così, con pochi limpidi tratti, un quadro inesauribile della vita dopo la morte, che può essere «nuova» solo se affonda le radici in ciò che è stato.

Antonio Francesco Perozzi, Spore, Declic

Spore è un progetto di scrittura diffusa nato nel 2021. Negli anni ha attraversato varie forme: installazione, happening, lavoro intermediale e ora, per la prima volta, il volume cartaceo. A fondamento di queste diverse reincarnazioni si possono riconoscere due idee: una testualità non legata esclusivamente alla pagina; una concezione sovrapersonale, non assertiva e instabile del linguaggio. Contrariamente alla vulgata del gesto scrittorio come creazione di testo e di senso, in Spore il linguaggio viene esperito come sfera inglobante e pervasiva. Chi scrive, di conseguenza, intercetta, monta e manipola: un dettaglio della sfera verbale viene catturato, alterato e restituito alla sfera in una sua forma isotopica. Quello che avete tra le mani non è dunque un libro. Non, almeno, nel senso di una raccolta di testi cesellati e finiti. Assomiglia più a uno screenshot, al fermo immagine momentaneo di un progetto costitutivamente in fieri e avverso a raggiungere la natura conchiusa di opera.

Libro controcopertina, “Sguardi di Natale” di Emilio De Marchi e Barbara Baffetti, Graphe.it

Con una poesia di Ferdinando Fontana e un’illustrazione di Sabrina Gennari

Due racconti compongono il libro Sguardi di Natale. Il primo di Emilio De Marchi (1877) narra di un piccolo animale che, con dolcezza, rinsalda gli affetti natalizi. A seguire, l’inedito di Barbara Baffetti affronta un tema universale: cosa ci manca e come riempire il vuoto che sentiamo, anche quando pensiamo di avere tutto. Un libro da regalare o da leggere ad alta voce la sera della Vigilia, magari accanto al caminetto acceso. Con una poesia di Ferdinando Fontana e un’illustrazione di Sabrina Gennari. In libreria dal 15 novembre

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